I cresimandi di Albino e Desenzano sulla strada di Assisi: «Abbiamo sperimentato la forza del silenzio»

I viaggi migliori, spesso, iniziano con delle facce assonate per via della sveglia all’alba impostata con il desiderio ardente della partenza. Non si aspetta altro che il grande giorno e il tempo che lo precede sembra interminabile.
Ha avuto inizio così il pellegrinaggio ad Assisi per i cresimandi di Albino e Desenzano: in una bizzarra pasquetta soleggiata, i ragazzi si sono radunati nella chiesa dell’oratorio di Albino per affidare il loro viaggio al Signore con una Messa alle cinque del mattino.
Le facce assonnate, però, hanno vita breve e subito l’energia dei ragazzi si fa sentire, sono pronti per accettare la sfida più importante: il silenzio. Già nel primo tour pomeridiano, tra un saliscendi di strade e angoli sacri, i cresimandi hanno potuto sperimentare la forza del silenzio e della preghiera seguendo le orme di San Francesco. Dalle origini della fede nella cattedrale di San Ruffino, alla vocazione rivelata grazie al crocifisso di San Camino nella chiesa di Santa Chiara, fino a rimanere incantati dalla bellezza della basilica di San Francesco. In un mondo rumoroso che non lascia spazio ai pensieri più profondi, c’è chi ancora, fortunatamente, riesce a prendersi del tempo per sé accendendo una candela e rivolgendosi al Padre come hanno fatto i ragazzi sul piazzale della basilica inferiore al termine del primo giorno di viaggio.
San Francesco, si sa, non si limita alla preghiera, ma affronta anche numerose fatiche di una vita all’insegna della semplicità e dell’altruismo. Insieme ai suoi frati, crea diversi luoghi dedicati alla preghiera tra cui l’eremo delle carceri, San Damiano, Rivortorto, il monte Verna e la Porziuncola chiamata così perché era come una porzione di paradiso per Francesco.
Passo dopo passo, i cresimandi hanno raggiunto ogni luogo con un po’ di fatica, ma sempre con il sorriso sulle labbra. Scoprire come San Francesco abbiamo compiuto tutto ciò è affascinante, ma ora una domanda sorge spontanea: come ha fatto a riuscirci? La risposta, trovata nella cripta della basilica, può essere difficile da comprendere nonostante sia semplice. San Francesco si è lasciato guidare da Gesù, il suo segreto era proprio questo. Ha lasciato le redini della sua vita in mano a Dio come spesso facciamo fatica a fare, ora però sarà meno faticoso mettersi all’ascolto del Signore vedendo ciò che è stato compiuto per mano di Francesco. Ogni momento di preghiera richiamerà dei giorni intesi in cui ognuno ha potuto scoprirsi con occhi nuovi lasciandosi sorprendere, anche da qualche fiocco di neve a la Verna, e con l’augurio di stupirci di ciò che ogni giorno ci viene regalato.
Un ringraziamento doveroso va ora ai catechisti, agli animatori e a don Gianluigi, ma anche ai ragazzi, senza i quali il pellegrinaggio non sarebbe stato possibile. Grazie di cuore a tutti!