L’attualità della storia di Giuseppe, la sua attinenza con la condizione dell’uomo di oggi sono al centro del libro “Giuseppe siamo noi” (Edizioni San Paolo), scritto da Padre Mario Aldegani, superiore per la provincia italiana dei Giuseppini di Murialdo, educatore ed insegnante, e Johnny Dotti, imprenditore sociale, pedagogista e insegnante universitario. Se ne parla domani, mercoledì 10 maggio a Qualcosa in più – Libreria Buona Stampa, in via Paleocapa, con l’autore Johnny Dotti e don Luca Mora, parroco di Carobbio degli Angeli. Appuntamento alle 18, ingresso libero.
Un incontro di riflessione che parte dalla figura di Giuseppe di Nazareth e la riporta a dimensioni dell’esistenza di Giuseppe che ritroviamo anche oggi. «La nostra condizione odierna di generazioni adulte un po’ logorate – si legge nella presentazione del libro -, a cavallo di due millenni, di padri ed educatori che si trovano davanti a un compito che pare impossibile, di pellegrini nella vita in cerca di senso e di direzione, di sognatori traumatizzati, ha, sorprendentemente, molti tratti in comune con l’avventura umana e spirituale di Youssef di Nazareth. In questo senso possiamo allora affermare che Giuseppe siamo noi. Non si tratta di riconoscere una somiglianza semplicemente individuale, ma di condividere uno spirito di ricerca comune. Youssef esprime la capacità di non temere di porsi delle domande e il coraggio di abitarle, una condizione che per noi, oggi, in tempo di crisi, appare davvero necessaria o addirittura inevitabile. Le tracce della sua umanità, del suo confrontarsi con le questioni grandi della vita – la paternità, la famiglia e l’educazione, il lavoro, la libertà e responsabilità, il quotidiano, i dubbi e le difficoltà – ci riguardano da vicino, sono possibili domande e possibili risposte».
L’idea alla base del libro è che la nostra condizione odierna di generazioni adulte un po’ logorate, a cavallo di due millenni che si trovano davanti ad un compito che pare impossibile, di pellegrini nella vita in cerca di senso e di direzione, di sognatori traumatizzati, ha sorprendentemente molti tratti in comune con l’ avventura umana e spirituale di Youssef di Nazareth. Le tracce della sua umanità, del suo confrontarsi con le questioni grandi della vita – la paternità, la famiglia e l’educazione, il lavoro, la libertà e responsabilità, il quotidiano, i dubbi e le difficoltà – ci riguardano da vicino, sono possibili domande e possibili risposte. In questo senso possiamo affermare che “Giuseppe siamo noi”».
Venerdì 12 maggio, alle 17.30, tornano a Qualcosa in più – Libreria Buona Stampa gli appuntamenti della rassegna «Il mondo che non c’è», con «La notizia imbrogliata»: ospiti Alessandro Balduzzi, collaboratore di Limes, e la giornalista Elena Catalfamo.