Dove nascono le fake news. Dopo il “contagio” delle zanzare e lo stupro di Rimini

È passata molta acqua sotto i ponti, da quando Hegel scrisse che “la lettura dei giornali è la preghiera del mattino dell’uomo moderno”, perchè “ci permette di situarci quotidianamente nel nostro mondo storico”.  Il mondo storico, oggi come allora, non è perfetto. Con espressione cruda, e perciò realistica, per Hegel la Storia era “un banco da mattatoio”. Così, la nostra “preghiera del mattino” è funestata ogni giorno da sangue, grida e bestemmie, perché ogni giorno il mondo che gira attorno al sole ci è squadernato davanti con tutto il suo cuore di tenebra.

Del che non si può certo far colpa ai mass-media. Raccontano il mondo che c’è. O forse no! Perché spesso i mass-media costruiscono filtri opachi verso il mondo, filtri selettivi e lenti di protezione.

E’ ovviamente un approccio grezzo quello di parlare genericamente di mass-media, senza distinguere non solo tra l’uno e l’altro mezzo, ma, soprattutto, tra il quotidiano e la rivista, tra il quotidiano locale, quello nazionale, quello estero, tra la carta stampata e quella digitalizzata, tra i mass-media veri e propri e i social media ecc… La pluralità dei mezzi e il pluralismo dei punti di vista è tale che, alla fine, sarebbe possibile ricomporre un puzzle credibile del mondo. Ma nessuno, realisticamente, dispone del tempo necessario per farlo.

D’altronde, i direttori e i giornalisti lo sanno, e perciò ne approfittano, assai spesso, nella previsione che la verifica della corrispondenza tra il mondo e la loro descrizione non sia facilmente praticabile. Di qui le fake news, la cui ratio non è la verità, ma il potere, che si ottiene costruendo opinioni e relativi schieramenti. E quando arriverà la verità del mondo? Sarà sempre tardi. Le fake news pagano subito il dividendo, la verità sempre dopo.

L’alterazione irreversibile dello sguardo

Intanto, un primo effetto ottenuto è l’alterazione, spesso irreversibile, dello sguardo, che impedisce di riconoscere la verità, quando si presenterà sulla scena. Si consolida, a questo modo, una catena di fake news, una narrazione falsa, ma coerente al suo interno, che cerca in se stessa i fondamenti e le evidenze. Il meccanismo delle fake news nasce da una concezione della società, organizzata secondo il principio “a ciascuno secondo la sua capacità di minaccia”, e da un’idea di politica, centrata sulla dialettica “amico/nemico”, cioè sulla politica come continuazione della guerra con altri mezzi e… viceversa. In questo universo concettuale non c’è posto per la verità, la ragione, il sapere scientifico, l’analisi razionale, la complessità, le sfaccettature.

In questa “guerra di tutti contro tutti” l’odio è il motore principale. L’informazione è embedded dell’odio. Certamente, vi sono anche ragioni di mercato, che spingono a deformare grottescamente i fatti – il caso della catena che esisterebbe tra immigrazione, zanzare, “contagio”(ma già questo stesso vocabolo è fake, perché la malaria non è contagiosa tra persone!) – o a raccontarli ad uso pornografico, usando fonti ineccepibili fonti di polizia – è il caso dello stupro di Rimini – o a suscitare allarmi sociali – la criminalità diminuisce, ma nella percezione sociale cresce – o a inventarsi scandali inesistenti – utilizzando verbali di inchiesta “secretati” – o a rinchiudersi, come capita per molta stampa locale, in illusorie piccole patrie.

Lo sfruttamento politico delle paure

Nella crisi universale della carta stampata, che sta lentamente affondando, chi più grida più viene soccorso, forse, dai lettori. Tuttavia, la causa più profonda è data dal nuovo “spirito del tempo”. Nelle vene delle nostre società scorrono insicurezza, paure, odio. Sono generati dal disordine del mondo, non sono una pura invenzione politica. Sono, invece, politici la canalizzazione e l’investimento che ne vengono fatti ad opera di imprenditori politici. Lo schema è già stato sperimentato nella storia umana molte volte, certamente nel ‘900: la causa dei nostri mali sta fuori di noi, c’è un Nemico “là fuori”: la borghesia, le demoplutocrazie, gli Ebrei, i comunisti, i migranti e le loro…zanzare al seguito.

Sì, la storia malinconicamente si ripete. Sempre Hegel direbbe: “I periodi di felicità nella storia del mondo sono fogli vuoti”. E’ fatale? I cittadini/lettori devono rassegnarsi alla deriva dell’odio e correre a cercare rifugi?

Dalla storia provengono anche altre lezioni: se essi incominciano a praticare il coraggio della ragione, se ciascuno lo fa, allora c’è speranza di sormontare la piena. Ad ogni generazione tocca questo compito. Per quanto riguarda i costruttori di menzogne, i cittadini/lettori hanno un’arma molto semplice: non acquistare i giornali-fake, contestarne la qualità, contro-pensare e contro-informare.

Per farlo, occorre stare attivi sulla scena del mondo. Ora, i social-media già svolgono una duplice funzione: o rafforzano le fake-news o ne denunciano l’infondatezza. Non necessariamente i social-media sono destinati a isolarci. Al contrario, possono funzionare come efficace strumento di partecipazione alla costruzione del mondo che verrà e di smontaggio della cattiva informazione.