Santa Lucia, i bambini e la loro capacità di meravigliarsi

È appena passata santa Lucia. Mi ha commosso la meraviglia della mia nipotina di fronte ai regali venuti dal paradiso e portati, nottetempo, dalla santa con il suo asinello. Che cosa pensi di questa inguaribile meraviglia dei bambini? Daniela

Cara Daniela, assistere alla gioia dei bimbi, svegli all’alba del giorno di santa Lucia, è sempre un  dono grande. La sorpresa traspare dai loro volti, il battito del cuore  accellera per l’emozione, lo sguardo si illumina e si posa con meraviglia sui doni posti con cura da quella figura notturna, avvolta nel mistero, che ha sfidato il buio e il gelo della notte con il suo asinello, per avvolgere di doni i bimbi.

Prendersi cura dei sogni dei bambini. E dei nostri

Essere partecipi di questa meraviglia, commuove e ricolma di gioia e stupore anche gli adulti. Quanta attesa e quanta fiducia hanno albergato i pensieri e i desideri dei piccoli! Fiducia e confidenza fondati nell’amore dei genitori, capace di superare piccoli o grandi capricci e di prendersi cura dei sogni che popolano il loro “paese dei balocchi”. Forse anche tu, Daniela, per un giorno, come tanti genitori, nonni, zii, hai gioito e percepito una sottile nostalgia di quei ricordi che hanno popolato la tua infanzia, abitati dalla medesima meraviglia e stupore.

Provare meraviglia davanti alle cose è il sentimento fondante dell’uomo, ed è necessario coltivarlo nei bambini, quale presupposto di un’autentica umanità. Saper osservare le cose, coglierne la realtà, la loro bellezza nelle differenti sfumature; guardare la natura, un paesaggio, le cose belle che toccano il cuore e che aprono all’incanto, allo stupore di qualcosa che ci è stato donato gratuitamente.

Contemplare senza possedere

Contemplare, lieti che tutto esista, vincendo la tentazione di possedere, sfruttare, appropriarsi per fini personali. Il mondo ha perso questa capacità di meravigliarsi, perché tutto è diventato scontato, certo, qualcosa da conquistare, usare, sfruttare e poi, gettare via. I bambini ci insegnano lo stupore e la meraviglia che noi adulti abbiamo scordato, presi dai problemi,  dall’impegno e dalle responsabilità che la vita impone. I giorni, le cose, gli affetti, rischiano di essere vissuti senza abitarli fino in fondo, senza interiorizzarli: arrivano e vanno come un lampo!

Fino a quando il mondo conserva il suo incanto agli occhi dei bambini, e lo conserva mentre lentamente diventano adulti, ci sarà speranza per essi, per tutti, e finché ci sarà speranza, niente è ancora perduto e tutto si può realizzare. Mantenere la meraviglia del cuore permette di cogliere nel quotidiano i “miracoli” che ancora accadono, e il dolore sarà meno meraviglioso della gioia, poiché saprà cogliere la perla preziosa nascosta in profondità, la promessa di vita che schiude solo a chi ha gli occhi limpidi, come quelli dei bambini. Essi ci insegnano a lasciarci sorprendere da tutto ciò che non conoscono e che vedono la prima volta.

I bambini diventano maestri di vita

Nulla è più bello che rimanere con gli occhi spalancati dinnanzi a un tramonto, a un paesaggio alpino, perdersi nell’immensità che appartiene a chiunque e che non sarà mai solo nostra, perché non la possederemo come un oggetto. La meraviglia ci apre alla realtà del “mistero”, di qualcosa che intuiamo, ma non possiamo possedere, conoscere totalmente, perché ci trascende.

Così come l’amore: non lo si possiede, lo si può solo contemplare nella sua più intima realtà; se lo si conosce e lo si sperimenta su di sé, e in sé, è un sentimento che ci supera e ci apre anche al mistero che è Dio vicino e anche lontano, intuito e sperimentato, ma mai posseduto per sempre. Lasciamo allora che i bambini diventino un po’ nostri maestri di vita, non per essere eternamente adulti-infantili, ma per “riconquistare” quella capacità di stupore e di meraviglia che è presupposto di un itinerario vero l’interiorità e la profondità, verso quella consapevolezza di essere abitati da Colui che è l’origine di ogni bellezza e che dà forma a ogni cosa creata.

Aprirci alla meraviglia, diventare bambini. Forse per questo che nel Vangelo Gesù ce li indica come modelli per entrare nel Regno dei cieli!?