Conto alla rovescia per l’inizio della scuola. Tre mesi di vacanze mettono le mamme alla prova

Vi capitano mai giornate nelle quali navigate a vista col dubbio di non giungere a sera? Quelle nelle quali gli equilibrismi diventano salti mortali e all’improvviso vi scoprite a fare una cosa che prima d’aver figli non avreste mai immaginato (e della quale un po’ vi vergognate pure): contare le ore che vi separano dall’inizio della scuola?! Beh, a me sì.

E in quei momenti non ti senti proprio una madre perfetta. I tuoi bambini stanno così bene a casa, giocano senza tregua, li hai abituati ad andare a letto più tardi perché almeno la sera si esce, al mattino si alzano pieni d’energia, la loro voglia di tornare all’asilo è pari a zero, puoi goderteli a più non posso. E tu invece sei lì a contar le ore. Sì, perché nel frattempo la tua vita non è potuta andare in stand by e per tre mesi hai dovuto gestire lavoro e figli, azzardati incastri di nonni e baby sitter, giornate intere passate a lavorar da casa facendo al contempo divertire i bimbi attaccati alle gambe come cozze. Non è che proprio tu ti sia rilassata.

Certo, il bicchiere mezzo pieno sai guardarlo. Sei una libera professionista che può gestirsi gli orari, puoi dedicare molta attenzione ai tuoi figli. Ci pensi, alle madri che lavorano ad orari fissi e che davvero devono sperare nella presenza costante dei nonni. E pensi anche alle madri full time, a quelle che ai figli si dedicano 24 ore su 24 e che tu ammiri per l’infinita pazienza che sanno coltivare giorno dopo giorno.

Ma suvvia diciamocelo, tre mesi sono tanti, troppi. Al mare ci vai al massimo due settimane, se proprio sei fortunata, per il resto sta a te tirar fuori dal cilindro numeri di magia per trascorrere al meglio le giornate. E non pensiate che io sia una madre che vuol riempire le ore dei figli con mille attività. Io sono per il riscatto della noia, che il suo senso ce l’ha, che ti fa crescere, che ti fa inventare da solo giochi e mondi. Ma anche una come me non se la sente di obbligare due bambini di tre e quattro anni ad arrangiarsi da soli per più di mezz’ora.

Così finisce che di avventure ne inventiamo tante e quando siamo a corto di idee andiamo al parco. Dove puoi farti un’idea ancor più chiara della realtà. In tre mesi ho conosciuto nonni d’ogni tipo: super giovanili e grintosi, apprensivi, un po’ acciaccati ma sempre col sorriso. Tutti a raccontare storie delle loro figlie, che poverette lavorano tanto e quindi loro danno una mano, tenendo i nipoti con sé almeno una mezza giornata, portandoli al mare. “Lo faccio volentieri, anche se fisicamente, lo ammetto, mi pesa”. Te lo dicono in tanti e tu pensi a quanto, nella società di oggi, senza di loro le difficoltà aumentino in modo esponenziale. Soprattutto in estate.

Sia chiaro, al parco incontri anche altre mamme. In genere sull’isterico andante. “Non vedo l’ora che ricominci la scuola”, ti dicono intercettando il tuo sguardo. Dai, non sono l’unica. Forse non sono una pessima madre. Sono solo una madre stanca, con una gran voglia di autunno.