Inizia la scuola. Un altro inizio, qualche anno fa. E un protagonista indimenticabile

Il professor Pasquale Ricupito

Lunedì 10 settembre 2018, nel plesso scolastico nel quale insegno inizia il nuovo anno per le scuole medie (oggi chiamate “secondarie di primo grado”). La classe 3A di Telgate inizia con me il suo ultimo anno, prima di iniziare l’avventura nelle scuole superiori, il prossimo anno.

Un altro inizio di anno scolastico, un insegnante

Quando inizia il nuovo anno scolastico, nella mia mente e nel cuore si presenta un volto amico, al quale il mio percorso di studi è legato in modo indissolubile: è il volto del professor Pasquale Ricupito. La memoria va all’anno 2000, mese di settembre. Per la mia classe, la 3B del Liceo Scientifico Statale “Lorenzo Mascheroni, è il primo giorno di scuola. Entrando nel triennio superiore, cambiano alcuni insegnanti: per matematica e fisica è assegnata alla classe la professoressa Silveria Goglio; per filosofia e storia la professoressa Marisa Bellini.

In classe, però, l’attesa più forte, nonostante siamo al  liceo scientifico, è per l’insegnante di italiano e latino. Lo conosciamo di fama: un uomo severo, che conosce quasi a memoria la Divina Commedia e altre opere letterarie, oltre che le eccezioni alla grammatica di Cicerone, un profondo conoscitore dei testi dei temibili Seneca e Tacito; una persona di cultura enciclopedica. I ragazzi che qualche anno prima l’avevano avuto nel biennio ci avevano detto che sarebbe stata dura: quante versioni, quanto rigore richiesto nel tradurre… e quanti temi di compito!

Il prof entra in classe

Scocca l’ora: entra in classe il professore. Pasquale Ricupito, napoletano doc. “Ue, ma quanti siete? No no in quarta così in tanti non ci andate”, dice sorridendo. Panico del sottoscritto. Appello. “Varinelli Alberto”. “Presente”, rispondo visibilmente in ansia. “Albè, ma è vero che i rossi di capelli sono cattivi? Devo avere paura? Che fai, mi tagli le gomme?.  Risata dei compagni. Poi, inizia la lezione.

Da quel giorno, tre anni di grazia. Abbiamo camminato insieme a un uomo straordinario, non solo per le sue conoscenze, ma soprattutto per la passione per l’insegnamento e per i suoi ragazzi. Il Prof. Ricupito sapeva leggere le persone che aveva di fronte, non solo i libri. Sapeva capire lo stato d’animo dell’alunno, coglieva quali fossero le difficoltà, era in grado di capire dove ciascuno di noi poteva arrivare. A mia mamma, a colloquinel mese di novembre, disse: “Signora, Alberto deve imparare a stare più tranquillo. Il giorno che terrà a bada l’agitazione, di studiare e fare esami non smette più… e lo farà bene! Le darà soddisfazioni, vedrà!”.

Il giorno della mia prima Messa

Anno 2010, 23 maggio. Al termine della prima Messa, nella parrocchia di Borgo Santa Caterina, saluto uno a uno i presenti. Con commozione saluti i miei insegnanti di liceo: le professoresse Bellini, Boffelli, Goglio e Cervo. E lui, il professor Ricupito. Ha gli occhi umidi quando mi abbraccia: “Albè, mi hai fatto commuovere”. Qualche mese dopo vado a trovarlo a casa sua. Ci teniamo in contatto via SMS. Fine settembre 2012, mi telefona la mia nonna Angiola. Era già molto ammalata, anche se la sua condizione non lasciava ancora presagire che pochi mesi dopo, a gennaio, sarebbe andata in Paradiso. “Alberto, ho letto l’Eco dell’altro giorno. È morto il professor Ricupito. Fanno oggi i funerali”. Mazzata terribile e lacrime. Il grande cuore del professore, che era già stato operato per questo durante il nostro ultimo anno di liceo, aveva smesso di battere. Per impegni non riuscii ad esserci al funerale, ma lo ricordai nella Messa in parrocchia.

Cerco di fare come lui

Oggi, 10 settembre 2018, io inizio l’anno scolastico cercando di insegnare con uno stile simile a quello del profe: con passione per i ragazzi e per la materia, col desiderio di valutare e non semplicemente quantificare, con la finalità innanzitutto di trasmettere ai ragazzi che voglio loro bene. Ho un sogno nel cuore. Tra le tante persone che, se il Signore vorrà, desidererei incontrare subito in Paradiso, certamente c’è anche lui, il professor Pasquale Ricupito. Me lo immagino sorridente, come al primo appello: “Albè, pure tu stai qui? Che bello!”.