Sinodo dei giovani: “Forse aiuterà a capire perché molti si allontanano dalla Chiesa”

Il tanto atteso Sinodo sui giovani ha finalmente aperto i battenti e in questi giorni Papa Francesco e i vescovi si confronteranno su temi cari al mondo giovanile passando dalla fede fino al discernimento vocazionale. Cosa ne pensano, però, i diretti interessati? Che idee hanno riguardo alla fede e quali sono gli argomenti a cui questo Sinodo non può rinunciare?
Davide e Beatrice sono due giovani che vivono in maniera differente la fede, ma sono accomunati dal tempo speso in oratorio come volontari.
“Non sono credente – spiega Davide, 21 anni – , ma penso che avere fede significhi credere in un fine e in una giustizia. Entrambe ti aiutano sicuramente ad affrontare la vita, ma anche una forza di volontà allenata e un po’ di sguardo critico e razionale possono ottenere lo stesso risultato. Se dovessi scegliere un’immagine per rappresentare la fede sceglierei quella di un cane per il rapporto che riesce a creare con il proprio padrone alla cui base c’è un’assoluta fedeltà. Si affida volentieri al suo padrone senza riserve, lo ama e lo segue ovunque vada”.
Beatrice, invece, ha un’opinione diversa: “La fede è credere fortemente in qualcosa, affidarsi a qualcosa di esterno che non è effettivamente tangibile. In ambito religioso, la fede cristiana si concentra sulla figura di Dio. Nessuno può dimostrarne l’esistenza o comprendere fino in fondo i vari dogmi, ma ognuno decide di affidarsi e di crederci. Noi uomini siamo talmente piccoli che credo che affidarci a Qualcuno, a Dio, sia l’unico modo per dare un senso all’esistenza”.
“Recentemente ho letto un libro – prosegue Beatrice, 19 anni – in cui i due protagonisti, due ragazzi giovani, si confrontavano sulla figura di Dio. L’immagine che mi è rimasta impressa è quella di Dio paragonato al padrone di casa. Quando nasci, Dio ti affida il tuo appartamento e tu sei chiamato a costudirlo, ma di esso fa ciò che vuoi. Allo stesso tempo in cuor tuo sai che il padrone, prima o poi, tornerà quindi cerchi di fare del tuo meglio per tenere tutto in ordine rendendo la casa accogliente. È una metafora che, seconde me, funziona molto bene e fa capire che bisogna aver cura della vita ricevuta in dono. Ne hai una e devi viverla bene, non solo per far piacere a Dio, ma anche per te stesso. Sei tu che devi essere contento della tua vita”.
I giovani rivestono un ruolo importante non solo nella società, ma anche nella Chiesa. Sono loro che raccoglieranno i frutti di ciò che gli adulti hanno seminato. È fondamentale quindi chiedersi cosa si aspettino dal Sinodo.
“Al Sinodo – racconta Davide- suggerirei di affrontare argomenti riguardanti la sfera sessuale e amorosa dato che i giovani ormai non seguono più i dettami della tradizione. Un altro spunto di riflessione potrebbe riguardare il senso di comunità che si sta perdendo. Credo non sia un problema da sottovalutare dato che la comunità è parte fondamentale della Chiesa”.
“Secondo me, gli argomenti da trattare al Sinodo sono principalmente legati all’allontanamento dei giovani della Chiesa. –dice Beatrice- Bisogna chiedersi cos’è cambiato negli ultimi anni. Prima era completamente normale andare a messa, partecipare alla vita dell’oratorio e seguire il catechismo, mentre ora si questiona molto e sembra che si sia persa la fiducia nella Chiesa. In parte credo che questa perdita sia scaturita dalla diffusione di pensieri diversi e dal cambiamento della società, ma sono molti coloro che si definiscono credenti, ma non praticanti. Cosa trovavano i giovani nella Chiesa che ora non trovano più?”
Giovani con storie diverse, ma con le stesse domande, le medesime di tanti altri giovani che suonano come un invito a riflettere sul ruolo dei giovani all’interno della Chiesa.