“La stella che non brilla” di Guia Risari e con le illustrazioni di Gioia Marchegiani (Gribaudo) è dedicato “A tutti i bambini che non hanno fatto ritorno alle loro case”. In una giornata di gennaio, mentre “fuori cadono fiocchi di neve grossi come gomitoli” Eva, una ragazzina, trova in solaio una scatola di ferro. All’interno trova una stella di stoffa marroncina, un dente e una foto che ritrae “un gruppo di uomini in pigiama con i capelli rasati e le facce magre come teschi”. Chiede ai suoi genitori di spiegarle cosa significano quegli oggetti, ma la loro reazione è stupita e sconvolta. Un’ora dopo a casa loro arriva il nonno, e racconta alla piccola una storia di guerra. Le racconta del fascismo, del nazismo, della dittatura, dell’odio per gli ebrei: “Così, senza nessuna ragione, gli ebrei sono diventati nemici da imprigionare e mandare lontano. Anzi, da uccidere”. Le racconta delle deportazioni, dei campi di lavoro, dei lager. La stella nella scatola era del bisnonno Noah: quando era tornato dal campo di concentramento pesava quaranta chili e non parlava più, scriveva soltanto. Il dente era del suo migliore amico, che gli aveva salvato la vita nel campo. Era l’unico ricordo di lui che gli era rimasto. Eva ascolta, è molto triste, vorrebbe fare qualcosa, ma tutto ciò che resta è il ricordo, “Zakhor”, ricordare perché niente del genere possa ripetersi. Non è facile, ma è necessario parlare ai bambini di quello che è accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale: il ricordo porta pace, porta comprensione, porta il desiderio di un presente e di un futuro liberi dall’odio, dal razzismo, dalla discriminazione. Guia Risari, specializzata in Modern Jewish Studies, traduttrice, poetessa, scrittrice, l’anno scorso a Bergamo ha vinto la prima edizione del premio “Libri per sognare” con “La porta di Anne” (Mondadori), dedicato alla storia di Anna Frank, usa un linguaggio delicato e diretto, che arriva al cuore e non solo alla testa dei bambini. La storia della Shoah passa attraverso le emozioni, la memoria, le relazioni, trasformando gli orrori del passato in un seme di pace e di speranza.