L’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa” che prenderà il via giovedì 21 febbraio in Vaticano “sarà molto utile perché sono convinto che riuscirà a coinvolgere tutte le Conferenze episcopali, alcune delle quali ora, sul fronte della difesa dei minori, marciano a ritmi diversi”. Ne è convinto mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia e presidente del nuovo Servizio nazionale per la tutela dei minori della Cei, che così si è espresso in un’intervista a Vatican News. A summit concluso – l’auspicio del vescovo – “la risposta dovrà essere globale, veramente cattolica”. Nel corso dell’incontro, i partecipanti ascolteranno anche le testimonianze delle vittime. “La partecipazione alla sofferenza – spiega mons. Ghizzoni – aiuta chi deve prendere decisioni a mettere in campo strumenti utili per evitare che la tragedia si possa ripetere”. Il vescovo, che non nega come in passato le Chiese locali abbiano sbagliato ad affrontare il problema, sottovalutandolo o nascondendolo sotto il tappeto, rimarca come la Chiesa italiana sia ora in prima linea per la tutela dei minori: “Le linee guida sono state rinnovate e nel prossimo maggio dovrebbero essere approvate dall’Assemblea generale dei vescovi. Nell’attesa, abbiamo voluto creare una struttura nazionale formata da esperti: ogni diocesi avrà un referente che, con dei collaboratori in gamba, formerà educatori ed operatori. Sarà un modo per prevenire abusi ed intervenire dove serve”. Un altro aspetto decisivo è la selezione nei seminari dei candidati al sacerdozio e nelle comunità ecclesiali alla scelta degli animatori. Per Ghizzoni, “non solo nei seminari dove dobbiamo moltiplicare gli sforzi per evitare che vengano scelte persone non adatte, ma anche negli altri ambienti. Dobbiamo costruire luoghi sani: in chiesa come in oratorio o nelle associazioni sportive. Dobbiamo riuscire ad accorgersi in tempo di persone deboli o con tendenze sbagliate”.