Cent’anni di storia della comunità dei Preti del Sacro Cuore a Bergamo rivivono in un libro di don Luca Testa. Il volume, dal titolo “I Preti del Sacro Cuore in Bergamo” sarà presentato venerdì 24 gennaio, alle 18, nella “Domus Alexandrina” della parrocchia cittadina di S. Alessandro in Colonna (via S. Alessandro, 35), alla presenza del vescovo monsignor Francesco Beschi, di Alessandro Angelo Persico e dell’autore don Luca Testa.
Nella Prefazione monsignor Davide Pelucchi, membro della Comunità e vicario generale della diocesi di Bergamo, scrive: «Il merito di questo volume lo si deve prevalentemente a monsignor Antonio Pesenti, scomparso il 4 ottobre 2009. È stato lui a pensarlo e a volerlo con particolare convinzione già a partire dal 2007, a individuarne i vari capitoli, a contattare gli autori, e ad armonizzare i loro contributi attorno ad una vicenda ecclesiale che ha segnato e ha arricchito la nostra Chiesa di Bergamo, in questi centodieci anni. Egli lo aveva pensato in occasione del centenario degli inizi della Comunità Missionaria Preti del Sacro Cuore (1909-2009), dopo che già in occasione del cinquantesimo (1959) aveva pubblicato un prezioso volume» (pag. XV).
La pubblicazione del testo nella collana «Studi e Memorie» del Seminario di Bergamo (vol. 19) realizza il sogno di «un uomo che conosceva e sentiva la storia, specie quella della Chiesa che amava, ma non condannava il nuovo che avanzava. Quando recepiva il bene che esso poteva portare non temeva di assecondarlo e promuoverlo se era il caso. Anche rischiando» (C. Corna, pag. 239).
“La vivacità e la freschezza di una Chiesa, che trovano riscontro anche in svariate iniziative e proposte pastorali – scrive don Luca Testa -, si manifestano lungo un cammino continuo ed incisivo. La Chiesa di Bergamo ha conosciuto una particolare ricchezza pastorale nell’Ottocento, che ha dato forma a più istituzioni di vita religiosa, incarnando l’ideale evangelico nella concretezza del proprio territorio. Il secolo successivo ha raccolto in parte l’eredità dell’Ottocento con la Comunità Missionaria dei Preti del Sacro Cuore. Era il 4 novembre 1909 quando il vescovo mons. Radini Tedeschi fece rinascere la suddetta Comunità, radunatasi in pochi membri la sera precedente, quale frutto maturo del Collegio Apostolico. Ad appoggiare la novella Congregazione c’era anche l’allora segretario del Vescovo, don Angelo Giuseppe Roncalli. La Congregazione intendeva raggiungere il suo ideale di vita sacerdotale, “configurandosi” al Sacro Cuore di Gesù, punto di partenza per ogni azione pastorale e punto di arrivo dell’autentica preghiera. Il prete è strumento nelle mani del Vescovo, al quale si deve obbedienza, non solo filiale e formale, ma piena e con totale fiducia. Pastore della Diocesi, il Vescovo è maggiormente consapevole dei bisogni del proprio gregge. Ai Preti del Sacro Cuore è chiesto pertanto disponibilità immediata secondo la volontà del proprio Pastore. Nell’adempiere i desideri del Vescovo per il bene della Diocesi (e non solo), nella conformazione al Cuore di Cristo, il Prete del Sacro Cuore vive il proprio sacerdozio con esemplarità e grandezza d’animo. Nei Preti del Sacro Cuore non si troverà dunque un’indole particolare, che si possa manifestare in un preciso ministero. Nei diversi episcopati, secondo la sensibilità del singolo Vescovo e secondo le circostanze del momento, i Preti del Sacro Cuore hanno svolto il loro ministero in più ambiti e “sbocchi” pastorali, da incarichi di transitorietà, come la reggenza momentanea di una parrocchia, a ministeri più vicini al vescovo, come il Vicario generale, fino ad uscire dagli stessi confini diocesani. La storia della Comunità di via Garibaldi 10, nei suoi centodieci anni di esistenza, svela una ricchezza di figure (di singoli preti) e di ministeri (affidati alla comunità), segno di freschezza spirituale, nella fedeltà al proprio carisma che si è mantenuto lungo gli anni, attraversando cambiamenti sociali ed ecclesiali, che hanno richiesto adattamento e rinnovamento. Tra i passaggi importanti si segnala la stesura delle nuove Costituzioni del 1988, volute dal vescovo Mons. Giulio Oggioni, più conformi alla rinnovata vita ecclesiale del post-Concilio. (Le prime, dopo gli anni di sperimentazione, risalgono al 1920, scritte da Mons. Radini Tedeschi). Dal punto di vista canonico la Comunità è costituita come un’Associazione pubblica, clericale e diocesana. Essa accoglie membri interni, ma anche esterni. Del resto, la molteplicità e la varietà di ministeri affidati ai singoli richiedevano spesso di risiedere fuori dalla comunità, sia per brevi che per lunghi periodi. Si comprende in tal senso la possibilità di appartenere alla Comunità anche come membro esterno, come lo fu don Angelo Roncalli».
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