“Mamma, ho fame”. A casa tra un pasto e l’altro si fa anche lezione di cucina

“Mamma, ho fame”. Ma come hai fame. Tommy, abbiamo finito di mangiare un’ora fa. Lo so io, cos’è. E’ che non hai voglia di fare i compiti. E’ che, dopo aver giocato, cucinato, saltato tra divano e tappeto, ora non sai più cosa fare e ti assale la voglia irrefrenabile di spiluccare cose buone. “No Tommaso, resisti, non si può mangiare sempre”.

Ma intanto il danno è fatto. Lui torna mogio mogio in camera, a te si spalanca lo stomaco. Sì, perché coi bambini fai quella saggia, ma poi sei la prima a cascarci. Ti aggiri furtiva tra frigorifero e mensole, finisci di mettere i piatti in lavastoviglie e la tentazione bussa. Un cioccolatino. Uno solo. E dai, la vita chiusi in casa da quaranta giorni non è facile, te lo meriti. O il barattolo di gelato alla crema che hai comprato tre giorni fa e incredibilmente non è ancora finito. No no, fatti un caffè e non pensarci. Ricordati che ogni giorno ti prefissi di fare un po’ di ginnastica e poi finisce che non muovi un muscolo.

“Mamma, cosa stai facendo? Sento il rumore della carta delle caramelle!”. Eccheccavolo, udito acuto, gambe veloci. E ti piomba davanti mentre tu ti fai beccare in flagranza di reato col dolce in bocca e la testa bassa. “Ma figurati Tommy, non sto mica mangiando”. E scoppi a ridere. Niente, non lo freghi. Alla fine un cioccolatino glielo concedi. Poi sfidi lui e la sorella a una pericolosissima partita a pallone tra porta e tavolo. Poi li convinci che bisogna fare i compiti, perché altrimenti a settembre non ricorderanno nemmeno più come si legge.

Dopo due ore la fame è già tornata. “Mamma, cuciniamo gli scarpinocc?”. “Gli scarpinocc?! Qualcosa di più difficile no, vero?!”. Ma, dopotutto, se non ora quando?! Pronti via, guardiamo la ricetta, ci mettiamo all’opera. Mani in pasta, matterello, ripieno. Ci impieghiamo un’ora, ma alla fine otteniamo un risultato degno di chef. “E sono pure senza glutine, mamma quando finisce il Coronavirus apriamo un ristorante”.

Eh bimbi, quasi quasi…una cosa è certa, in queste lunghe settimane abbiamo affinato parecchio le nostre doti culinarie, quelle artistiche, quelle canore. Magari un po’ a discapito della didattica tradizionale. Ma forse forse, anche quella, una volta tornati alla normalità, dovrà riconsiderare le sue priorità.