Se è vero che un classico, secondo una famosa definizione di Italo Calvino, non finisce mai di dire ciò che ha da dire, la musica di Johann Sebastian Bach fa sicuramente parte di questa categoria.
Le composizioni del maestro tedesco vissuto a cavallo tra Seicento e Settecento sono familiari ai musicisti e al grande pubblico anche ai giorni nostri e, anzi, non temono le riletture contemporanee.
Da queste premesse nasce “per BACH. Notte bianca in compagnia della musica di Jo. Seba”, maratona a metà tra musica e poesia, in programma domani, giovedì 3 settembre, a partire dalle 19.15, nella Chiesa Arcipresbiterale dei SS. Bartolomeo e Stefano di Lallio.
La serata, a ingresso libero fino a esaurimento posti (per informazioni e prenotazioni chiamare 338 58 36 380), è promossa dalla Parrocchia in collaborazione con l’Associazione Libera Musica.
Un titolo divertente e una locandina ironica per un evento che, spiega il direttore artistico Alessandro Bottelli, unisce in un’unica serata tre diversi modi di interpretare le note di Bach: le esecuzioni originali di celebri pezzi organistici, le composizioni contemporanee ispirate alla sua opera e curate da alcuni tra i più affermati jazzisti italiani e infine i testi, tutti inediti, prodotti da poeti e narratori dopo l’ascolto dei loro pezzi preferiti della produzione del maestro.
Ognuno di loro ha messo in luce un diverso significato: la poetessa Vivian Lamarque, per esempio, ha legato alla biografia di Bach un ricordo personale alla propria famiglia, mentre Dacia Maraini – autrice dell’unico testo in prosa della serata – indirizza al compositore una vera e propria lettera («Caro Johann…») e si concentra sulla difficile condizione femminile dell’epoca.
Le esecuzioni organistiche, invece, permetteranno di unire il talento dei solisti (tutti i partecipanti hanno già collaborato alla precedente rassegna “Box Organi. Suoni e parole d’autore”) con le note dell’organo Bossi Urbani 1889 della chiesa.
«La scelta di unire musica e parole» racconta Bottelli «nasce prima di tutto dalla data che era stata scelta per l’evento: tutto era pronto per il 21 marzo, giorno della nascita di Bach e Giornata Mondiale della Poesia». La pandemia e il lockdown hanno ovviamente cambiato i piani e così l’evento si è caricato anche di un significato nuovo, simbolo della ripartenza del settore culturale.
Incredibilmente, la biografia di Bach può aiutarci anche in questo: rimasto orfano fin da piccolissimo, il compositore non ha avuto una vita facile e anzi ha dovuto affrontare molti lutti (due mogli e 10 figli scomparsi in tenera età). Eppure, la sua musica non ne ha mai risentito, sempre in bilico tra l’estrema razionalità e la sensibilità.
Questa grandissima «dignità nel dolore», conclude Bottelli, è in fondo la stessa che la nostra città ha dimostrato in questi difficilissimi tempi: anche per questo, Johann Sebastian Bach è ancora capace di emozionare.