Cassinone: la chiesa parrocchiale torna all’antico splendore grazie all’OttoXmille

Grazie al gettito dell’Otto per mille, anche nella diocesi di Bergamo si è fatto molto. Uno degli ambiti che hanno usufruito di questi aiuti è quello del culto e della pastorale.

E ne hanno bisogno le parrocchie grandi e ancor di più quelle piccole, che non hanno risorse sufficienti per coprire le spese straordinarie, per esempio i restauri o le migliorie degli edifici sacri.

È il caso della parrocchia di Cassinone, che conta 1.000 anime, il cui territorio si estende geograficamente su ben tre Comuni: Seriate, Calcinate e Bagnatica. La chiesa parrocchiale, in stile neogotico, dedicata a Sant’Antonio di Padova, costruita nel 1897, fu consacrata il 4 maggio 1913 dal vescovo Giacomo Maria Radini Tedeschi ed eretta in parrocchia dal successore Luigi Maria Marelli con decreto dell’11 febbraio 1917, smembrandola da Seriate.

Grazie all’Ottoxmille conclusi i lavori di restauro

Il campanile è stato costruito nel 1913. I lavori di restauro, durati un anno e mezzo, erano indilazionabili a causa di infiltrazioni d’acqua dal tetto, che è stato rinnovato insieme ai canali di scorrimento.

Si è quindi proceduto a restaurare la facciata e il complesso del campanile e al rifacimento del tetto della canonica. I costi sostenuti sono stati notevoli per la piccola comunità, che sente fortemente propria la chiesa parrocchiale, punto di riferimento per il territorio. Gli abitanti sono stati molto generosi, ma per coprire i costi è stato fondamentale l’apporto dell’Otto per mille.

Cassinone, alla benedizione una festa di popolo

In una vera festa di popolo, la benedizione dei restauri è stata impartita dal vescovo Francesco Beschi durante una Messa solenne, presenti una folla di fedeli, i sindaci dei tre Comuni e i progettisti dei lavori.

«Le diamo il benvenuto con tanta gioia — ha detto il parroco don Arduino Barcella salutando il vescovo —. Ci siamo presi cura della chiesa, deteriorata dal tempo. Lo sforzo economico è stato notevole».

Il vescovo ha iniziato l’omelia leggendo un testo da lui preparato, ma poi, colpito dal calore della gente, ha preferito parlare a braccio. «Restaurare la chiesa è un segno della vostra fede anche nella vostra comunità non grandissima. Anche i restauri di una chiesa invitano a rinnovare e a rigenerare la fede e la familiarità con il Vangelo. L’attenzione dei vescovi si rappresenta anche con la cura per le chiese».

Quindi monsignor Beschi ha benedetto la chiesa dall’altare maggiore, per poi scendere tra i fedeli per la loro benedizione, come prescrive il rito.