Diario del Ramadan. Come può succedere di interrompere il digiuno

Proponiamo anche quest’anno una rubrica per raccontare il Ramadan e capire meglio e più da vicino che cosa accade in questo periodo nelle comunità musulmane che vivono tra di noi. L’iniziativa nasce in collaborazione con l’Ufficio diocesano per il dialogo interreligioso di Bergamo: un approfondimento culturale a sostegno della conoscenza reciproca e del dialogo. Protagonista di questo “diario” è una giovane studentessa universitaria che vive e lavora nella nostra provincia. Qui approfondisce alcune curiosità sul digiuno e sui motivi per cui può a volte essere interrotto.

Quest’anno il mio Ramadan si è concluso prima del previsto. O meglio, il mese di Ramadan ancora non è finito, ma io non digiuno più. E prima che vi chiediate se è possibile decidere di interrompere il digiuno così dal nulla, vi dico subito che no non lo è e c’è un motivo per cui io non lo sto facendo. Oggi ne approfitto per raccontarvi qualche curiosità sull’Islam che forse non sapevate e non ho parlato della mia giornata perché, beh, non ho fatto nulla se non prendere il Buscofen e guardare Netflix, nulla di speciale. Cominciamo con il ribadire che digiunare è obbligatorio per tutti i musulmani che hanno raggiunto l’età della pubertà. Infatti, è il terzo pilastro dell’Islam e non digiunare è considerata una grande mancanza che comporta delle sayi’at (cattive azioni, contrario di hasanat). Com’è allora che io non sto digiunando? Beh, è facile. Ci sono particolari situazioni in cui una persona è esonerata dal digiunare. Questi giorni, dovranno poi essere recuperati prima che passi un anno (cioè prima del Ramadan successivo). E se si è impossibilitati o non si è riusciti a farlo per qualche motivo? In quel caso, bisogna fare beneficenza pagando un pasto a qualcuno che ne ha bisogno per ogni giorno da recuperare. Per portarsi alla pari, quindi, bisogna fare del bene a chi ne ha bisogno. Mi sembra un buon compromesso, no? Ma ora passiamo al prossimo punto: chi è esonerato? I malati, ad esempio, possono decidere di non digiunare, anzi è preferibile che non digiunino. Oppure quando si è impegnati in un lungo viaggio. Oppure se si prendono dei medicinali a degli orari fissi che non possono essere saltati. Insomma, la fede non deve interferire con la salute fisica e mentale della persona. Per quanto riguarda le donne incinta: possono digiunare se se la sentono (il feto si nutre dalle sostanze che sono già presenti nel corpo della madre, e quindi non comporta alcun rischio) ma se il digiuno le stanca troppo e non permette loro di continuare le attività quotidiane con normalità possono decidere di non digiunare. Infine, tornando al Buscofen, c’è anche il caso delle donne durante il ciclo mestruale. Le donne durante questo periodo hanno l’obbligo di non digiunare. E non è perché sono considerate impure, come tanti (musulmani e non) pensano, ma perché la loro condizione necessita che esse si nutrano e nutrano il proprio corpo per mantenersi in forze e compensare le mancanze di quei giorni. Ancora una volta la salute fisica non deve essere compromessa a causa della fede. Essere esonerati significa non prendere alcuna sayi’a, anzi si prendono le stesse hasanat di una persona che digiuna dato che si sta ascoltando e rispettando la parola di Dio, il quale ha prescritto questo esonero speciale. In momenti come questi si può comunque essere vicini alla propria fede leggendo il Corano, facendo dua’a, imparando qualcosa di nuovo sull’Islam e, come ho ripetuto in tutti modi fino ad ora, cercando di migliorarsi e sorridere sempre!  Non bisogna quindi sentirsi in difetto e nascondersi, vergognandosi e pensando di essere nel torto. Il mito della “donna impura” non esiste nella religione. La questione dell’impurità non è legata alla donna ma alla mancanza di igiene dovuta al sangue: anche un taglio a un dito è poco igienico e bisogna aspettare che smetta di sanguinare ed igienizzarlo prima di continuare con le attività che si stanno compiendo che sia cucinare o pregare (una ferita però non interrompe il digiuno perché in pochi minuti si rimargina e viene igienizzata!). Infatti, l’igiene è un punto cruciale per l’islam e viene ricompensato così come le buone azioni. Bisogna tenere le proprie case pulite e igienizzate, i posti che si frequentano e soprattutto sé stessi. Ad esempio, prima di ogni preghiera bisogna compiere il wudu’ (l’abluzione), cioè lavarsi mani, bocca, naso, orecchie, viso e piedi (ovviamente contando sul fatto che il resto del corpo sia già lavato e pulito!). Insomma, bisogna essere sempre splendidi splendenti, più di Mastro Lindo!

Non voglio dilungarmi oltre e risultare pesante.. spero di non avervi annoiato con questo episodio più informativo e meno “diario”, in caso cercherò di rifarmi nel prossimo! E se siete arrivati a leggere fin qui, vi ringrazio!

Noha Tofeile

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