Migrazioni, Consiglio Europeo in stallo. Decisioni rimandate all’autunno

Il Consiglio europeo in corso a Bruxelles ha di fatto rimandato, ancora una volta, la risposta alla crisi migratoria. Nelle “Conclusioni” della prima giornata del summit si legge che i capi di Stato e di governo dei Ventisette hanno “discusso della situazione migratoria lungo le varie rotte. Sebbene le misure adottate dall’Ue e dagli Stati membri abbiano ridotto negli ultimi anni i flussi irregolari complessivi, gli sviluppi su alcune rotte destano grave preoccupazione e richiedono una vigilanza costante e azioni urgenti”. Al fine di “scongiurare la perdita di vite umane e ridurre la pressione alle frontiere europee saranno intensificati, quale parte integrante dell’azione esterna dell’Unione europea, i partenariati e la cooperazione reciprocamente vantaggiosi con i Paesi di origine e di transito”. Nessun impegno, invece, per sostenere i Paesi di arrivo, adottando misure obbligatorie di ridistribuzione dei migranti. Il documento parla piuttosto di “approccio pragmatico” che “dovrebbe riguardare tutte le rotte e basarsi su un approccio che prenda in considerazione l’intero tragitto, affrontando le cause profonde, sostenendo i rifugiati e gli sfollati nella regione, sviluppando capacità di gestione della migrazione, eradicando il traffico e la tratta di migranti, rafforzando i controlli alle frontiere, cooperando in merito a ricerca e soccorso, affrontando la migrazione legale nel rispetto delle competenze nazionali e garantendo il ritorno e la riammissione. Infine il Consiglio europeo invita la Commissione e l’Alto rappresentante, “in stretta cooperazione con gli Stati membri, a presentare, nell’autunno 2021, piani d’azione per i Paesi di origine e di transito prioritari indicando obiettivi chiari, ulteriori misure di sostegno e tempistiche concrete”.

A notte fonda si è conclusa la prima giornata del Consiglio europeo, che oggi riprende i lavori a Bruxelles in particolare sui temi relativi alla crisi economica. Attorno alle 2.10 i leader hanno trovato un accordo sulle “conclusioni” riguardanti i rapporti Ue-Russia, che ha impegnato per diverse ore i 27 capi di Stato e di governo. Data l’ora, al Palazzo d’Europa, sede del Consiglio, si è deciso di non tenere la consueta conferenza stampa di fine giornata, rimandandola alla metà giornata di oggi in chiusura del summit. Il tema della migrazione, imposto soprattutto dal governo italiano, è stato di fatto rimandato dopo pochi minuti di discussione al prossimo autunno, quando la Commissione dovrà presentare un ennesimo “piano” per far fronte agli arrivi e, soprattutto, per aiutare i Paesi di origine e di transito dei flussi.
Ampio spazio invece ai rapporti con Mosca e alla valutazione della proposta franco-tedesca di riaprire linee politiche di collaborazione con Putin, ma su questo i 27 si sono detti infine in maggioranza scettici. È stata la stessa cancelliera tedesca Angela Merkel, al suo ultimo vertice europeo, ad annunciarlo: “Non è stato possibile raggiungere un accordo oggi sulla possibilità di organizzare presto un summit tra Ue e Russia”. Il Consiglio europeo, dunque, “esplorerà formati e condizionalità del dialogo con la Russia”; nel frattempo “reitera l’apertura a un’interazione selettiva con la Russia nei campi di interesse dell’Unione europea”. Il Consiglio invita la Commissione e l’Alto rappresentante per la politica estera a sviluppare opzioni concrete su temi come il clima e l’ambiente, la salute. Resta il nodo della politica estera, sulla quale l’Ue vede la Russia come una minaccia.