Tamberi e Jacobs, simboli di un’Italia bella che può superare ogni ostacolo

Signore e Signori, benvenuti nell’Italia del 2021, quella sana e bella, unita e fondata sulla condivisione e la voglia di soffrire. È ancora una volta lo sport a metterci di fronte alla nostra essenza, a mostrarci il cambiamento dei tempi, a dirci dove stiamo andando e come dovremmo farlo nel modo migliore.

A dircelo, ieri, sono stati Gianmarco Tamberi da Civitanova Marche e Lamont Marcell Jacobs da El Paso, Texas. Due nomi, uno straordinariamente italiano, forse non comune ma avvicinabile ad un famigerato “Mario Rossi”; l’altro, incredibilmente esotico, eppure non così lontano come assonanza da qualcosa di italico. Il primo, di carnagione chiara, con lo sguardo mediterraneo e un modo di esultare latino che più latino non si può; il secondo di carnagione più scura, fisico scolpito, sangue più freddo ma sorriso ampio. Il primo che parla un italiano tendente al dialetto di origine; il secondo che l’italiano lo parla perché a 18 mesi si è trasferito a Desenzano del Garda (Bs), ma che ogni tanto zoppica ancora un po’.

Entrambi però portano sul cuore lo stemma tricolore dell’Italia ed entrambi, domenica 1 agosto 2021, hanno sfilato sulla pista di atletica dello stadio olimpico di Tokyo con una medaglia d’oro al collo e la bandiera italiana sulle spalle, sventolante. Il primo perché ha ottenuto la vittoria (ex-aequo con il qatariota Essa Barshim) nel salto in alto, il secondo perché ha trionfato nei 100 metri, disciplina regina dell’atletica. A 11 minuti di distanza, tanto che si sono abbracciati subito, non appena Jacobs ha tagliato il suo traguardo.

Un’Italia bella, diversa, mista, fatta di gente che ha voglia di faticare e raccogliere i frutti solo dopo innumerevoli sacrifici. Tamberi, che a Rio 2016 non aveva potuto partecipare per un grave infortunio. Jacobs, la cui storia famigliare da emigrato parla anche di un padre assente con il quale il rapporto si è ricucito molto dopo. L’Italia del sud e quella degli immigrati, l’Italia che si ritrova sotto tre colori e un senso di condivisione che fanno di questa ricetta la più efficace. Tamberi e Jacobs sono gli emblemi di un’Italia che se prosegue, su tutti i fronti, in nome di questa formula non può che puntare in altissimo.

Siamo ancora lontani perché guardiamo male chi viene da fuori, forti di preconcetti ancora da scardinare. Siamo ancora lontani perché chi arriva nel Belpaese non sempre ha gli occhi della tigre e il cuore caldo come quelli di Jacobs. Eppure questi due ori possono essere lo sprint giusto per prendere la rincorsa, staccare, inarcare la schiena, buttare in alto le gambe e volare in alto, oltre l’asta di certi ostacoli ideologici e culturali che non sono proprio sempre da medaglia d’oro.

@ foto Agenzia Dire