Lallio: «Dalla canzona alla canzone: un viaggio tra musica colta, jazz e art song»

Proseguono le iniziative della settima edizione della rassegna jazz-organistica di Lallio «Box Organi», ideata dal direttore artistico Alessandro Bottelli in collaborazione con la Parrocchia di Lallio.

Al fine di approfondire il significato del tema scelto per la rassegna, «Dalla canzona alla canzone», nella serata dello scorso 23 settembre, nella Sala dell’Oratorio di Lallio, si è tenuta la conferenza a due voci «Dalla canzona alla canzone: un viaggio tra musica colta, jazz e art song».

Nella prima parte della serata è intervenuto Marco Bizzarini, musicologo e professore ordinario della stessa disciplina all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Nonché, afferma Alessandro Bottelli presentandolo, «è autore di monografie su musicisti, Marenzio e Benedetto Marcello e sulla figura del cardinale Federico Borromeo».

Partendo da un esempio di canzona di Bach BWV 588, il professor Bizzarini spiega che: «la canzona, all’epoca di Bach, è una composizione per tastiera in contrappunto, ma questa scrittura, a differenza della fuga, è articolata in due o più sezioni contrastanti dal punto di vista metrico».
Questa canzona di Bach, aggiunge il professor Bizzarini, «è stata composta negli anni giovanili, con questa struttura per organo con: due esposte e una sezione di metro contrastante, ternario che è una variazione».

Ma, per arrivare alla canzona di Bach, composta dopo il 1705, dal punto di vista storico, bisogna andare indietro di due secoli, quando tra ‘500 e ‘600, si facevano strada i primi autori di questa composizione musicale che erano: Dietrich Buxtehude con Canzona in do maggiore BuxWV 166 di fine XVII secolo; Girolamo Frescobaldi con Il primo libro di…Canzon francese del 1626; Andrea Gabrieli con la sua opera postuma Canzoni alla francese per sonar sopra istrumenti da tasti del 1605; Girolamo Cavazzoni con Intavolatura cioè… Canzoni del 1543; Marc’Antonio Cavazzoni con Recerchari Motetti Canzoni del 1523; Paul Hofheimer con Carmen magistri Pauli di inizio XVI secolo.

In realtà, oltre alla canzona, ancor prima, in epoca rinascimentale, c’era la chanson franco-fiamminga che era una composizione polifonica, su testo in lingua francese, con delle ripetizioni di sezioni musicali. Ebbe origine dalle formes fixes dei trovieri e i suoi principali compositori erano: Dufay, Ockeghem e Josquin.
Inoltre, questa composizione arrivò anche in Italia, grazie al brano J’ay pris amours a ma devise (che tradotto è Ho preso amore come mio segno distintivo) di autore anonimo che è stato ritrovato all’interno dello studiolo in legno di Federico da Montefeltro a Urbino e grazie anche alla raccolta Odhecaton di Petrucci, del 1501, in cui, spiega il professor Bizzarini, «nella prima parte sono novantasei e sono quasi tutti brani profani, non ci sono testi poetici, ma solo l’incipit».

Nel 1534, la chanson fiamminga diventa chanson parigina, ovvero una composizione polifonica a quattro voci con dei motivetti vivaci e ripetuti, abbandonando così le formes fixes dei trovieri.
I suoi principali compositori erano: Clement Janequin, Claudin de Sermisy e Pierre Passereau che aveva composto la chanson Il est bel et bon, che come dice il professor Bizzarini, «ha un testo frivolo ma con una musica frizzante».  Ed è una composizione che si diffonde anche in Germania con Hofheimer e in Italia, con Marc’Antonio e Girolamo Cavazzoni, rispettivamente padre e figlio e in alcune città, come Roma, Firenze, Ferrara e Venezia.

Ma, nella seconda metà del ‘500, prosegue il professor Bizzarini, «la chanson parigina retrocede e arriva il madrigale italiano e nasce la canzon da sonar».

Nel Seicento, si compongono dei mottetti o canzoni francesi e della musica sacra per organo o ancora delle composizioni polistrumentali. Tra i compositori dell’epoca c’erano: Banchieri con Ecclesiastiche sinfonie e Frescobaldi con Fiori musicali e Canzon dopo l’epistola; da lì, conclude il professor Bizzarini, «si arriverà alla musica classica assoluta dell’800».

Nella seconda parte della conferenza, a parlare di jazz,  è intervenuto Luigi Radassao, musicologo, responsabile della Mediateca Queriniana di Brescia e dello Sportello Musica del Servizio promozione della città ed eventi e direttore artistico del festival del Teatro Grande di Brescia La grande notte del Jazz.

La musica jazz nasce a fine Ottocento, nel sud degli Stati Uniti, nella città di New Orleans e il suo inventore era Jelly Roy Morton (1890-1941), creolo con origini franco-haitiane ed era un eccellente pianista, arrangiatore e compositore di questo genere musicale. Il jazz è caratterizzato, nel 99% dei casi, anche del panorama mainstream odierno, dall’improvvisazione, l’esecuzione in cui i musicisti scelgono un brano standard, come punto di partenza, dal quale elaborare sul momento delle variazioni melodiche e armoniche, perché, afferma Radassao, «è più importante il come e non il cosa».

Dal punto di vista strutturale della composizione, il jazz, nasce come un genere musicale, spiega Radassao, «che un andamento ritmico molto pulsante e che doveva far ballare» e, per questa ragione, anche i musical di Broadway avevano delle colonne sonore di musica jazz.
Inoltre, i jazzisti di New Orleans suonavano in tre: uno era alla tromba, il secondo al clarinetto e il terzo era al trombone.

Negli anni successivi, il jazz arriva anche a New York e si evolve come genere, grazie anche a Louis Armstrong (1901-1971), trombettista di colore di grande virtuosismo sonoro e  al sassofonista Charlie Parker (1920-1955), sassofonista e compositore di musica jazz. Per quanto riguarda le esibizioni, si passa dal trio all’esecuzione da solista con accompagnamento musicale.

Dopo gli anni ’50, dice Radassao, «il jazz ha due cambiamenti: lo strumento principale è il sassofono e si perde il contatto con il ballo». Dieci anni dopo, accanto al jazz, si fa strada la musica pop che porta una struttura diversa nella composizione che è caratterizzata da strofe e un ritornello e che diventerà uno dei generi più famoso grazie a cantanti e gruppi musicali del panorama italiano e internazionale.