I viaggi dei migranti, le violenze, i soprusi: i Medici senza Frontiere raccontano

Daniela Oberti, a nurse for Medecins Sans Frontiers (MSF) consults a patient at the MSF clinic with the help of MSF cultural mediator, Shehreyar. At a transit camp at Idomeni, on the Greek - Macedonian (FYROM) border.

Nell’ambito del ciclo di incontri organizzati dalla Fondazione Serughetti La Porta e dal Gruppo di volontari MSF di Bergamo per i 50 anni di Medici Senza Frontiere, giovedì 21 ottobre alle 20.45 al Centro socio-religioso di Campagnola si terrà il terzo incontro dal titolo “Viaggi ed approdi ad alto rischio. Diritto alla salute nei percorsi di migrazione tra violenze e soprusi”. 

Ne parleranno Daniela Oberti, infermiera di MSF che ha lavorato in Libano e Grecia, Guido Ortellimedico psichiatra di MSF con esperienza nei progetti di salute mentale in Sicilia e Andrea Pendezzini, medico, antropologo e psicoterapeuta presso il Centro etnopsichiatrico Frantz Fanon di Torino. 

Idomeni, una fiumana di gente alla ricerca di un rifugio

«Nel 2016 mi trovavo in missione a Idomeni, un paesino sperduto e fino ad allora anonimo al confine con la Macedonia, ai piedi dei Balcani» racconta Daniela Oberti, infermiera di MSF. «Nelle mail ai miei cari scrivevo: “La situazione è drammatica, sembra un vero e proprio esodo. Una fiumana di gente alla ricerca disperata di un rifugio che significhi di nuovo casa”. Oggi, alle porte di un nuovo inverno, mi chiedo: quante ‘Idomeni’ ci sono ancora e quanti profughi busseranno alle porte della nostra Europa?» 

La fuga di milioni di persone da guerre e povertà rappresenta una delle crisi umanitarie più gravi e profonde. Nel mondo sono oltre 80 milioni i rifugiati e gli sfollati che fuggono dal proprio paese a causa di guerre, instabilità politiche e militari, regimi oppressivi, violenze e povertà estrema. Il loro viaggio migratorio, a volte, non è meno pericoloso delle situazioni da cui scappano. 

A caccia di un di riscatto, con determinazione e coraggio

«La determinazione e il coraggio sono due qualità che ho riscontrato spesso in queste persone, soprattutto nelle donne» afferma Guido Ortellimedico psichiatra di MSF. «Una volta ho incontrato una ragazza nigeriana che aveva lasciato il suo paese poco più che ventenne e aveva vissuto per quasi 6 anni in condizioni di semi schiavitù in un centro di detenzione libico, in cui era costantemente vittima di abusi sessuali. Un giorno ha scoperto di essere incinta e, nonostante tutto, ha deciso di tenere la bambina. L’ha chiamata “Precious gift”, perché diceva che era stata lei a darle la forza di attraversare il mare e arrivare in Italia». 

Il ciclo di incontri “Intervenire dov’è più difficile. Un percorso attraverso i contesti e le missioni di MSF“ continua con l’ultimo appuntamento, giovedì 4 novembre, con la proiezione del docu-film “Egoisti”, realizzato da Aftermedia in collaborazione con MSF, con la voce narrante di Stefano Accorsi.  

Gli incontri si terranno presso la Sala del Centro socio-religioso di Campagnola,l’ingresso è libero con certificazione verde Covid-19 e prenotazione obbligatoria al sito: www.laportabergamo.it.