Caro nonno che non tornerai: raccontare la morte ai bambini

Che cos’è la morte vista con gli occhi di un bambino? In primo luogo un’assenza e un vuoto. “Nel mio cuore il dolore ha fatto un fosso” scrive Bruno Tognolini nella filastrocca di “Caro nonno che non tornerai più” (Fanucci) albo illustrato da Simona Mulazzani. 

Nei disegni e nei testi che il bambino sta realizzando, con il suo gatto accoccolato accanto, ci sono i colori dei ricordi, appena velati di malinconia: “ho aspettato e ho capito che non torni – scrive Tognolini -. Ti hanno messo come un seme in un bell’orto, ci ho pensato e ho capito che sei morto”. 

Caro nonno ho capito che non torni

Il bambino guarda il cappotto e il cappello del nonno ancora appesi all’attaccapanni, la poltrona rimasta vuota. È come se al centro del suo mondo si fosse aperto un buco nero.

Il dolore, però, diventa un seme, e quando le lacrime finiscono, quando torna il sole, in modo inaspettato fiorisce, e finisce per trasformarsi in qualcosa di bello. 

Il bambino passeggiando nell’orto scopre che sono sbocciati di nuovo i gigli blu che il nonno coltivava, e con essi torna un sorriso. Così il piccolo capisce che il nonno, in fondo, non se n’è davvero andato, ma resta dentro di lui, perché gli ha lasciato una traccia profonda nell’anima con le sue parole, i suoi sorrisi e i suoi racconti. 

Ascoltare il senso di smarrimento dei più piccoli

La filastrocca di Tognolini è delicatissima e allo stesso tempo molto diretta: dice la verità senza velature romantiche, senza abbellimenti fantastici. L’autore si mette nei panni dei piccoli, offrendo una rappresentazione efficace del loro senso di smarrimento. I disegni “pastosi” di Simona Mulazzani rispecchiano gli stati d’animo anche attraverso i colori: più cupi per mostrare il dolore, più brillanti quando il pianto finisce.

Testo e illustrazioni insieme danno forma a un percorso che può diventare una traccia di lavoro anche per insegnanti, animatori ed educatori, per creare un laboratorio e inventare attività che aiutino a elaborare una perdita, personale o collettiva. Accanto al testo c’è anche un brano musicale di Lorenzo Tozzi, che si può ascoltare inquadrando un Qr code.