Educare alla fede vuol dire coglierne la bellezza e l’urgenza nel mondo di oggi. Un saggio di Ezio Aceti

Il consiglio di lettura della Biblioteca diocesana del Seminario Giovanni XXIII questa settimana riguarda il saggio di Ezio Aceti, Educare alla fede oggi, San Paolo 2021.

Il libro di Ezio Aceti, esperto in psicologia infantile e adolescenziale, è il primo di una collana promossa dall’Ufficio Famiglia della CEI con l’Editrice San Paolo dedicata a temi familiari. 

L’autore si chiede se sia possibile parlare ancora oggi di educazione alla fede cristiana, se ancora sia possibile cogliere l’urgenza e la bellezza della fede in un mondo più secolarizzato che mai.

Ma prima di provare a rispondere a questo interrogativo, Aceti accompagna il lettore in un excursus storico sul tema della società (dove, pur sembrando proprio che Dio ormai non ci sia più o comunque che non intercetti più il vissuto delle persone, rimane forte la domanda irrisolta ma imprescindibile di senso, di giustizia, di bene) del sacro (quale anelito umano prima che divino, accennando anche al tema delle religioni e della specificità del cristianesimo) e della trasmissione della fede (possibile solo se i credenti sono credibili, comunicando così la fede “per contagio”).

Per Aceti è quindi ancora possibile parlare della fede cristiana a bambini, ragazzi e giovani, ma per farlo occorre prima che essi si sentano «compresi e amati». E questo è realizzabile solo con il “decentramento” attuato da adulti e catechisti per poter porsi al loro fianco e cogliere le loro domande, con la semplificazione nei termini e processi offerti e con l’affidamento stesso a Gesù nella certezza della sua presenza.

L’obiettivo di fondo da non dimenticare mai è quello di suscitare il desiderio di una vita buona, di una vita bella, possibile solo alla sequela di Gesù, tenendo presente che la trasmissione della fede ai figli e la catechesi o diventano vita o non sono.

Silvia Piazzalunga