Papa Francesco: udienza, “il Signore continua a manifestarsi nelle periferie, sia geografiche sia esistenziali”

Pope Francis during the mass marking the Roman Catholic Church's World Day of the Poor, in St. Peter's Basilica at the Vatican on November 14 2021.

“Il Figlio di Dio non sceglie Gerusalemme come luogo della sua incarnazione, ma Betlemme e Nazaret, due villaggi periferici, lontani dai clamori della cronaca e del potere del tempo”. A farlo notare è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, la prima dedicata alla figura di San Giuseppe.

“La scelta di Betlemme e Nazaret ci dice che la periferia e la marginalità sono predilette da Dio”, ha spiegato Francesco, che ha aggiunto a braccio: “Gesù non nacque a Gerusalemme con tutta la corte, ma nacque in una periferia e ha fatto la sua vita fino a 30 anni in quella periferia, facendo il falegname come Giuseppe: per Gesù le periferie e le marginalità sono predilette”.

“Non prendere sul serio questa realtà equivale a non prendere sul serio il Vangelo e l’opera di Dio, che continua a manifestarsi nelle periferie geografiche ed esistenziali”, il monito del Papa, che ha proseguito ancora a braccio: “Il Signore sempre agisce di nascosto, nelle periferie, nelle periferie dell’anima, nei sentimenti di cui vergogniamo, ma che il Signore vede. Il Signore continua a manifestarsi nelle periferie, sia geografiche che esistenziali”.

San Giuseppe, una guida nella crisi globale


“L’8 dicembre 1870 il beato Pio IX proclamò San Giuseppe patrono della Chiesa universale. A 150 anni da quell’evento, stiamo vivendo un anno speciale dedicato a San Giuseppe, e nella Lettera apostolica Patris corde ho raccolto alcune riflessioni sulla sua figura”.

Con queste parole il Papa ha iniziato, in Aula Paolo VI, un ciclo di catechesi sulla figura di San Giuseppe. “Mai come oggi, in questo tempo segnato da una crisi globale con diverse componenti, egli può esserci di sostegno, di conforto e di guida”, ha spiegato Francesco: “Per questo ho deciso di dedicargli un ciclo di catechesi, che spero possano aiutarci ulteriormente a lasciarci illuminare dal suo esempio e dalla sua testimonianza. E per alcune settimane parleremo con San Giuseppe”.

“Uomo di fede che crede nella Provvidenza di Dio”

“Nella Bibbia esistono più di dieci personaggi che portano il nome Giuseppe”, ha ricordato il Papa: “Il più importante tra questi è il figlio di Giacobbe e di Rachele, che, attraverso varie peripezie, da schiavo diventa la seconda persona più importante in Egitto dopo il faraone. Il nome Giuseppe in ebraico significa ‘Dio accresca, Dio faccia crescere’. È un augurio, una benedizione fondata sulla fiducia nella provvidenza di Dio e riferita specialmente alla fecondità e alla crescita dei figli”.

“Proprio questo nome ci rivela un aspetto essenziale della personalità di Giuseppe di Nazaret”, ha commentato Francesco: “Egli è un uomo pieno di fede in Dio, nella sua Provvidenza. Crede nella Provvidenza di Dio, ha fede nella  Provvidenza di Dio. Ogni sua azione narrata dal Vangelo è dettata dalla certezza che Dio ‘fa crescere’, ‘aumenta’, ‘aggiunge’, cioè che Dio provvede a mandare avanti il suo disegno di salvezza. E, in questo, Giuseppe di Nazaret assomiglia molto a Giuseppe d’Egitto”.