Grignano, all’oratorio esperienze per crescere e conoscere i propri talenti

È come un seme, come un fuoco acceso nel cuore della comunità il gruppo adolescenti di Grignano. “Quando un giovane cade in un certo senso cade l’umanità”, ma se si rialza solleva il mondo, scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù, che quest’anno si celebra a livello diocesano con una veglia il 20 novembre a Calusco d’Adda.

Il gruppo di Grignano, comunità della fraternità San Vittore della Cet 8 che il vescovo monsignor Francesco Beschi sta visitando in questi giorni nel suo pellegrinaggio pastorale, trova tanti modi creativi per tradurre nella vita quotidiana l’invito del Papa ad “Alzarsi e testimoniare la gioia di Cristo”.

Quando abbiamo incontrato i ragazzi stavano preparando alcuni cartelloni per illustrare il loro percorso, in vista dell’incontro con il vescovo avvenuto mercoledì 17: “Questo gruppo è una realtà consolidata nella nostra comunità – spiega il parroco don Cristian Mismetti – che coinvolge adolescenti e giovani tra i quattordici e i vent’anni. Rappresenta un’occasione per sperimentare momenti di confronto, coandivisione, formazione, educazione al servizio, impegno concreto per gli altri. È anche un luogo dove imparare a mettersi in gioco in prima persona, ad assumersi responsabilità e diventare viaggiatori protagonisti di un cammino”.

L’oratorio per i ragazzi è un punto di riferimento importante

È composto da una trentina di ragazzi che si ritrovano all’oratorio con cadenza quindicinale, in una parrocchia con poco più di millesettecento abitanti: “È espressione di una comunità – sottolinea don Cristian – in cui c’è ancora un forte senso di appartenenza e l’oratorio è un punto di riferimento importante”. 

Sono in molti a lamentare l’assenza dei giovani nelle parrocchie: “È innegabile che questo stia accadendo – sottolinea Chiara Valtolina, 19 anni, entrata nel gruppo quando ne aveva 14 -. A mio parere è un segno di superficialità da parte di alcuni giovani, perché di sicuro ci vuole impegno per vivere la fede nella vita di tutti i giorni. Bisogna saper tradurre in azione i valori in cui crediamo. In questo contesto l’incontro con il vescovo è sicuramente un modo per mostrarci che la nostra presenza viene tenuta in considerazione e che la chiesa ci è vicina, ci ascolta e ci accompagna”.

La partecipazione alle attività del gruppo è un’importante occasione d’incontro: “Mi ha appassionato – continua Clara – l’idea di lavorare su me stessa, conoscere meglio i miei pregi e difetti, lo considero un modo per crescere e migliorare le relazioni con gli altri. Ho avuto la possibilità di interagire con persone di età diverse e di mettermi alla prova, di allenarmi alla responsabilità occupandomi dei più piccoli come accade durante l’estate al Cre”.

Occhi aperti sul mondo e sulle esperienze di solidarietà

Giulia Seghezzi, 19 anni, frequenta il primo anno di Università, ed è iscritta alla Facoltà di Biologia: “Anch’io – racconta – faccio parte di questo gruppo dalla prima superiore e l’ho sempre considerato come una preziosa occasione d’incontro con gli amici al di fuori dell’ambiente scolastico, un modo per staccare per un momento dallo studio e impegnarsi in un ambito diverso. Ho apprezzato molto la possibilità di entrare in contatto con realtà interessanti come il gruppo Sermig di Bonate Sopra e di prendere parte, per esempio, al pellegrinaggio ad Assisi. Se vissute in gruppo anche esperienze impegnative hanno un altro sapore. Dialogando con altri sono riuscita a riflettere e ad approfondire meglio temi legati alla fede, scoprendo aspetti ai quali da sola non avrei pensato”. 

Non c’è “obbligo di frequenza” e l’atmosfera è accogliente, in modo che tutti possano esprimersi senza sentirsi giudicati: “Questo – sottolinea Riccardo Carminati, 18 anni, all’ultimo anno di liceo scientifico – permette di condividere preoccupazioni e riflessioni personali che in altri contesti resterebbero inascoltati. Mi sono rimasti nel cuore l’incontro avuto qualche anno fa con don Fausto Resmini e con il Patronato di Sorisole, che si occupa di persone fragili e in difficoltà a pochi passi da casa, in un contesto di cui prima ignoravo l’esistenza”.

Allenarsi al lavoro di squadra offre una marcia in più da sfruttare anche nella vita di tutti i giorni: “Abbiamo creato un clima positivo – sottolinea Andrea Bargna, 17 anni, quarta liceo scientifico –  e un’unione fra noi che riesce a superare le difficoltà che si presentano al Cre, nello studio o nella vita. Mi sono sempre sentito accettato per ciò che sono e questo mi ha aiutato molto. Ho imparato a confrontarmi con altri in modo costruttivo, perché idee diverse arricchiscono il nostro sguardo sul mondo”.

All’oratorio si usa Kahoot per un quiz sulla vita dei santi

Sullo schermo scorrono le domande del quiz sui santi realizzato con Kahoot – app molto popolare – e i ragazzi del gruppo adolescenti di Grignano digitano veloci le risposte sul cellulare. L’atmosfera della serata si scalda subito, in un’atmosfera di divertimento e di gioco, anche se la materia da affrontare è la vita di Sant’Alessandro Martire, Carlo Acutis e Gianna Beretta Molla. “Questa attività – sottolinea Paola, una mamma che anima il gruppo – si tramanda da quasi vent’anni da una generazione all’altra, sempre con una forte partecipazione. È come gettare un seme nella vita di questi ragazzi, non sappiamo che cosa accadrà nelle loro vite. Intanto con questa proposta abbiamo cercato di incontrare le loro esigenze”.

Nel gruppo imparano a conoscere meglio se stessi, gli altri e approfondiscono il loro rapporto con Dio: “Ho iniziato a collaborare quest’anno – spiega Fabrizio, insegnante e giovane animatore – e mi sono sentito subito accolto dal gruppo, formato da ragazzi che hanno voglia di impegnarsi e di essere presenti nella loro comunità”. Sono numerose le esperienze proposte per consentire ai ragazzi di mettersi in gioco in modo concreto e diventare protagonisti del cammino: dalla realizzazione di un presepe vivente ai campi-scuola a Costa Imagna, dalla visita alla Comunità Don Milani di Sorisole alla collaborazione con il Sermig di Bonate Sopra e con i volontari della Caritas: “Ci impegniamo – racconta Giulia Seghezzi, 19 anni – nelle raccolte di indumenti usati e coperte per le persone senza fissa dimora di Bergamo. È bello aiutare gli altri, ci fa sentire bene”. Al vescovo, nell’incontro di mercoledì prossimo, vorrebbero presentare il loro lavoro: “Ci sembra importante – conclude Giulia – mostrare che anche in una piccola realtà come la nostra possono nascere attività importanti e significative”.