Buon Natale, nonostante le ombre: per coltivare speranza serve coraggio

Nelle città sono tornati i mercatini e le luminarie. Il centro è affollato come non si vedeva da tempo. Mancano pochi giorni a Natale e saqi vede che la gente ha voglia di ritrovarsi e di festeggiare. A fare da contraltare ci sono le ombre che si allungano, e l’incertezza che ormai è diventata un “modus vivendi” più che una condizione temporanea.

Secondo gli ultimi dati la progressione della pandemia è di nuovo rapida. Ieri in Lombardi ci sono stati 10569 nuovi casi – 673 a Bergamo – e 21 morti, aumentano i ricoveri, anche se con una progressione meno accentuata, a Milano è stato riaperto l’ospedale in Fiera, per ora solo a titolo precauzionale.

Siamo come foglie esposte alle correnti delle tempeste, perché l’insicurezza sul futuro riguarda tutti, compresi gli esperti in ambito politico e sanitario. In questo contesto perdono senso le estremizzazioni, che pure continuano a caratterizzare il dibattito di questi ultimi mesi, in particolare sui social network, ma soprattutto gli auguri non possono che essere “imperfetti”, perché segnati dalla stessa condizione di precarietà.

Natale, un evento universale che riguarda tutti

Perché ha senso dire, dunque, “Buon Natale”? Ieri Papa Francesco ha detto nella sua udienza generale che “la nascita di Gesù è un evento universale che riguarda tutti gli uomini”. Contiene infatti il senso generativo e la difficoltà della nascita, che appartengono alla condizione umana, e allo stesso tempo la fede, la fiducia nel futuro, un sussulto potente di speranza. 

Sono questi gli elementi che spingono a pensare che, in qualunque condizione, sarà un Buon Natale per amare ed essere amati, condividere gioia e difficoltà con gli altri, tenere gli occhi aperti sul mondo, creare e rafforzare legami, evitando di ripiegarsi su se stessi.

Un laboratorio di “comunicazione di comunità”

Facciamo anche noi di Santalessandro.org, un piccolo laboratorio di “comunicazione di comunità” un passo in questa direzione: da questa settimana termina il “diario di un prete” per dare pieno avvio (dopo un periodo di “rodaggio” avviato da poco più di un mese, in cui abbiamo introdotto man mano nuovi autori) a un progetto più corale: un gruppo di religiosi, laici, movimenti, associazioni, gruppi che insieme offrano i loro “sguardi”, un panorama allargato della nostra diocesi e dei temi sul tavolo in un momento di evoluzione e di cambiamento, segnato anche dall’avvio del sinodo. 

Anche per questo ci auguriamo un “Buon Natale” di speranza e di ri-nascita, in linea con il clima generale, per poter essere, sempre di più “segno” e “palestra” per una comunità capace di pensare al futuro con fiducia, nonostante le difficoltà concrete, e di fare spazio a istanze diverse e urgenti, anche da parte delle generazioni più giovani, di riflettere e di confrontarsi. Ci auguriamo che si rafforzi la partecipazione di realtà sempre nuove, in un’ottica “generativa” e costruttiva di legami e progetti.

La festa della Nascita di Cristo non è una stonatura rispetto alla prova che stiamo vivendo, perché è per eccellenza la festa della compassione, la festa della tenerezza. La sua bellezza è umile e piena di calore umano.

La bellezza del Natale traspare nella condivisione di piccoli gesti di amore concreto. Non è alienante, non è superficiale, non è evasiva; al contrario, allarga il cuore, lo apre alla gratuità – la gratuità, parola che gli artisti possono capire bene -, al dono di sé, e può generare anche dinamiche culturali, sociali ed educative.

Papa Francesco

Per tutto questo, certamente, ci vuole coraggio, e noi vi auguriamo (e ci auguriamo) di non perderlo mai. Buon Natale.

Quest’anno ti facciamo gli auguri di Buon Natale anche a voce. Ascolta l’audio.