Papa Francesco: “Pensiamo sempre per schemi di guerra, e non di pace”

“Le cose che ho detto alle autorità di ogni parte sono pubbliche. Nessuna delle cose che ho detto è riservata per me”. Lo ha detto il Papa, rispondendo alla domanda di un giornalista su cosa direbbe oggi al presidente Putin.

“Quando ho parlato con il Patriarca lui poi ha fatto una bella dichiarazione di quello che ci siamo detti”, ha proseguito durante la conferenza stampa sul volo di ritorno da Malta a Roma. “Il presidente della Russia l’ho sentito alla fine dell’anno quando mi ha chiamato per farmi gli auguri”, ha precisato a proposito di Putin, secondo quanto riferisce Vatican News: “Il presidente dell’Ucraina l’ho sentito due volte.

Non faccio doppio linguaggio, ma sempre lo stesso

Poi il primo giorno di guerra ho pensato che dovevo andare all’ambasciata russa per parlare con l’ambasciatore che è il rappresentante del popolo e fare le domande e dire le mie impressioni sul caso. Questi sono i contatti ufficiali che ho avuto. Con la Russia l’ho fatto tramite l’ambasciata. Anche ho sentito l’arcivescovo maggiore di Kiev monsignor Shevchuk”.

“I messaggi che ho dato a tutte le autorità sono quelli che ho fatto pubblicamente”, ha precisato inoltre Francesco: “Non faccio doppio linguaggio. Faccio sempre lo stesso”.

Ogni guerra nasce da un’ingiustizia, sempre

“Ogni guerra nasce da una ingiustizia, sempre”, ha poi spiegato il Papa: “Perché c’è lo schema di guerra. Non c’è lo schema di pace. Per esempio fare investimenti per comprare le armi. Dicono: ma ne abbiamo bisogno per difenderci. Questo è lo schema di guerra. Quando è finita la Seconda Guerra Mondiale tutti hanno respirato il ‘mai la guerra’ e la pace. È cominciata una ondata di lavoro per la pace anche con la buona volontà di non dare le armi, le armi atomiche in quel momento, per la pace, dopo Hiroshima e Nagasaki. Era una grande buona volontà. Settanta anni dopo abbiamo dimenticato tutto questo. È così lo schema della guerra si impone. C’erano tante speranze nel lavoro delle Nazioni Unite allora. Ma lo schema della guerra si è imposto un’altra volta. Noi non possiamo pensare un altro schema, non siamo più abituati a pensare allo schema della pace. Non impariamo. Che il Signore abbia pietà di noi, di tutti noi. Tutti siamo colpevoli!”.

Il problema dei migranti è grave. Ci vuole un’intesa tra i Paesi

“Il problema dei migranti è grave perché sia Grecia, Cipro, Malta, Italia, Spagna, sono i Paesi più vicini all’Africa e al Medio Oriente e atterrano qui, arrivano qui, i migranti vanno accolti sempre!”. A ribadirlo è stato il Papa, a proposito del tema centrale del suo viaggio apostolico a Malta, insieme a quello della guerra in Ucraina.

“Il problema è che ogni governo deve dire quanti ne possono ricevere normalmente per vivere lì”, ha spiegato Francesco nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Malta a Roma. “Per questo – ha detto il Papa, secondo quanto riferisce Vatican News – ci vuole un’intesa con i Paesi dell’Europa e non tutti sono disposti a ricevere i migranti. Dimentichiamo che l’Europa è stata fatta dai migranti, no? Ma così sono le cose, ma almeno non lasciare tutto il peso a questi Paesi limitrofi che sono così generosi, e Malta è uno di loro. Oggi sono stato nel centro di accoglienza dei migranti e le cose che ho sentito lì sono terribili, la sofferenza di questi per arrivare qui e poi i lager, ci sono dei lager, che sono nella costa libica, quando sono mandati indietro. Questo sembra criminale no? Per questo credo che è un problema che tocca il cuore di tutti. Così come l’Europa che sta facendo con tanta generosità il posto agli ucraini che bussano alla porta, così anche agli altri che vengono dal Mediterraneo”.

  1. La voce del Papa, sembra rimanere “voce nel deserto”,così come siamo, nel cercare di giustificare i nostri comportamenti, tirando la fune del di quà o di là, secondo le nostre proverbiali certezze! “Siamo tutti nella stessa barca”… siamo tutti nella stessa “guerra”, se mai non ci renderemo conto che se si continua di questo passo, dell’umanità resteranno solo cenere e distruzione! Quel fumo nero, che ad ogni esplosione segnala che lì c’è morte e distruzione, e renderà il pianeta ancora più vulnerabile e, se ciò che la guerra non distrugge, il clima farà il resto… saremo tutti profughi… vaganti in un deserto fatto di fame e di ferite inguaribili…perché l’odio e la rabbia, non si metabolizza in un solo decennio ma si espande a macchia d’olio, distruggendo ogni tentativo di pacificazione…L’uomo da solo non ce la farà…avremo tanto bisogno della tua vicinanza …o DIO!…

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