Boccaleone, i giovani si mobilitano per aiutare i profughi. La Messa senza riscaldamento per raccogliere fondi

Boccaleone accoglienza ucraini

Una parrocchia che ha aperto le proprie porte ai profughi in fuga dall’Ucraina. Boccaleone, il quartiere che teme di essere diviso in due dal treno per Orio al Serio, è unito e coeso nel fronteggiare l’emergenza Ucraina.

Il tutto grazie al protagonismo dei giovani dell’oratorio e alla prova di solidarietà di parecchi residenti. Sono una decina gli esuli accolti dalla comunità cristiana che fa riferimento alla chiesa parrocchiale intitolata agli apostoli Pietro e Paolo.

Tre ucraini (una mamma con i figli) hanno trovato casa in un locale della parrocchia e a breve saranno raggiunti da altri tre profughi (una mamma, parente della prima, e i suoi figli).

Anche i parrocchiani si sono dati da fare. Una residente ospita una mamma con suo figlio. Una signora ucraina ha accolto un ragazzo e una mamma con due bimbi di pochi mesi, per i quali la parrocchia sta raccogliendo materiale.

Abbiamo sospeso il riscaldamento in chiesa

«Il nostro Centro di primo ascolto si è attivato per supportare tutte le necessità degli esuli: l’intera comunità cristiana ha risposto presente in maniera encomiabile – ha spiegato don Rossi, parroco di Boccaleone -. Ai parrocchiani ho chiesto, ad inizio guerra, se fossero d’accordo col fare la messa al freddo. Mi hanno detto di sì. Quindi abbiamo sospeso il riscaldamento in chiesa: quello che risparmiamo lo utilizziamo per gestire l’emergenza ucraini».

L’oratorio di Boccaleone, in via Capitanio, negli ultimi mesi ha ospitato una massiccia raccolta di beni di prima necessità, portata avanti dai ragazzi del quartiere. Lo scorso settembre era nata una collaborazione tra la parrocchia e il Sermig, il Servizio missionario giovani.

Raccolta di beni di prima necessità nei saloni dell’oratorio

E così, con lo scoppio della guerra russo-ucraina, il salone dell’oratorio ha dato ossigeno ai locali di Bonate Sopra. «Da qualche settimana ci siamo trasferiti da Boccaleone a Zanica: tra febbraio e marzo, nell’oratorio cittadino, abbiamo messo insieme circa 9mila e duecento chili di aiuti umanitari, in primis cibo – ha detto Salvatore Giammarinaro, volontario del Sermig di Bonate Sopra -. Quanto raccolto lo abbiamo spedito a Baia Mare, in Romania, in un hub non lontano dal confine ucraino. Parte del materiale è rimasto lì, per far fronte agli arrivi degli profughi, altro invece è stato trasferito in Ucraina con delle apposite incursioni».

«Gli adolescenti e i giovani di Boccaleone hanno risposto in modo molto generoso e qualcuno di loro sta ancora collaborando a Zanica: per tre giorni a settimana, dal giovedì al sabato, si sono impegnati nel salone dell’oratorio di Boccaleone, mettendo a disposizione il proprio tempo per raccogliere e smistare i generi alimentari arrivati – ha spiegato don Stefano Ubbiali, vicario parrocchiale di Boccaleone -. Sono stati molto attivi anche nel sensibilizzare i propri amici e le scuole nel sostenere tali raccolte. Hanno dimostrato come sappiano mettersi in gioco in modo gratuito per il bene del prossimo. Questo è indice di speranza per il futuro».