In alta Val Brembana tante novità al Cre, tra laboratori, gite e momenti di riflessione

Cre - Alta val Brembana 2022

Per don Andrea Mazzoleni, alla guida delle parrocchie di San Martino (Piazza Brembana e Lenna), San Michele (Valnegra) e San Mattia apostolo (Moio de’ Calvi), quello di questa estate sarà, per la prima volta, un Cre normale. «Sono arrivato in Alta Valle Brembana tre anni fa, verso la fine del 2019 e quindi, causa Covid (e necessarie restrizioni), ho sempre vissuto il Cre-Grest in maniera atipica – racconta don Andrea –. Penso, ovviamente, all’estate 2020, quando, anche noi, abbiamo messo in pratica il “Summerlife” (il progetto, ideato dai vescovi lombardi, per supplire all’impossibilità di offrire spazi tradizionali, in cui, fra l’altro, veniva spiegato come oratori e realtà ecclesiali avrebbero dovuto fare rete con le istituzioni civili del territorio, ndr), ma anche al 2021, dove le attività sono state obbligatoriamente riformulate e si è deciso di operare mediante piccoli gruppi, sparpagliati sul territorio».

Ma, dal 4 al 29 luglio, il Cre (che si intitola «Batticuore») torna quello di un tempo anche in Alta Valle e, finalmente, da lunedì a venerdì, vede riuniti tutti i partecipanti, a Piazza Brembana. «A oggi, non ci sono restrizioni o particolari vincoli – spiega don Andrea –. Certo, viene richiesta molta attenzione: bisogna monitorare i ragazzi, ma non si parla più di mascherine all’aperto né di triage. Sicuramente, due anni di Covid hanno lasciato il segno: l’igienizzazione delle mani, per esempio, è ormai diventata abitudine e prassi comune e la volontà di stare in mezzo alla natura è cresciuta. Non vedo, però, grandi insicurezze o inibizioni: le iscrizioni sono aumentate, anche perché i ragazzi hanno il forte desiderio di stare assieme e i genitori si fidano dell’offerta educativa che, come da abitudine, metteremo in atto in questo periodo (che rimane particolare, ma decisamente più tranquillo). Forse, l’unico problema è il calo di animatori e educatori: a fronte dei 70 dell’anno scorso, questa volta ne avremo di meno, ma il numero è comunque sufficiente per riuscire ad assolvere ciò che ci siamo proposti in tutta sicurezza». 162 gli iscritti (dalla prima elementare alla terza media) ai quali vanno aggiunti 43 animatori (sia adolescenti che maggiorenni), per un totale di oltre 200 persone.

La programmazione sarà molto ricca: «Ci saranno alcune proposte classiche, se così si può dire – afferma il parroco –, legate all’esperienza dei Cre passati, ma anche diverse novità. Durante tutta la settimana, non mancheranno i laboratori (per alcune classi, abbiamo pensato anche a dei laboratori di cucina e di pittografia) e, chiaramente, le diverse uscite sul territorio: non solo i grandi giochi a Lenna (che, come da tradizione, si terranno ogni giovedì, presso il campo sportivo) o la gita (al venerdì, in comune con i ragazzi degli altri Cre dell’Alta Valle), ma anche iniziative come la piscina (o a Olmo al Bembo o a Piazza Brembana), la canoa (presso il laghetto del Bernigolo), la tendata sotto le stelle (vicino al passo di Mezzeno) e il parco avventura (quello appena inaugurato a Piazzatorre).

Ogni pomeriggio, ci sarà un momento di preghiera dove rifletteremo sulle emozioni, cercando di interpretarle alla luce della parola di Dio. E, proprio per il fatto che, al centro del tema di quest’anno, ci sono le emozioni, le nostre quattro settimane verranno scandite proprio dai sentimenti: la prima, dal binomio paura/coraggio; la seconda, dal binomio rabbia/serenità; la terza, da quello di disgusto e piacere e l’ultima da quello di tristezza e gioia. La storia, centrale in ogni Cre, è stata rivisitata dai nostri animatori che, ispirandosi a quella del manuale, hanno pensato di inventare il personaggio di “Re Papett” che, dovendo andare in pensione, sottoporrà i propri figli a delle prove selettive, così da trovare l’erede più meritevole. Trovo bello e molto simpatico ripensare la storia, adattandola al nostro contesto: richiede un impegno maggiore e tanta creatività, che, naturalmente, contribuisce, sicuramente, alla formazione dell’animatore stesso».

Un Cre, quello di quest’anno, che sarà carico anche di aspettative. «Ciò che mi preme di più – dice don Andrea –, è che possa essere un Cre normale, un momento positivo e costruttivo per i nostri ragazzi e per i nostri animatori, sia di divertimento che di crescita personale. Un’altra grande speranza è che possa farsi trampolino di lancio per gli appuntamenti parrocchiali e vicariali dei mesi a venire. Troppo spesso, durante il Cre, si forma un gruppo affiatato di adolescenti che poi, però, durante l’anno, inesorabilmente, per un motivo o per l’altro, va un po’ a sfilacciarsi». Una speranza che possa farsi scudo contro la paura: «I due anni di Covid sono stati, a loro modo, preziosi: abbiamo capito quali fossero le reali priorità e abbiamo saputo, quindi, far buon viso a cattivo gioco, migliorando la nostra organizzazione. Ora, c’è bisogno che la comunità impari a sentirsi ogni giorno più unita. Il rischio che un territorio montano come il nostro presenta, infatti, è proprio quello della lontananza e dell’isolamento, che certo non uniscono, ma, al contrario, disperdono. Il Cre credo possa aiutare la nostra comunità (quattro parrocchie e cinque comuni) a procedere verso questo senso di appartenenza e coesione, in modo che le persone possano cercarsi per tutto l’anno pastorale. In modo che le paure possano essere superate dalla solidarietà e dall’amore. Non sarà semplice, ma è la bellezza di vivere dentro una realtà come questa. Una comunità che cammina insieme».

Cre Alta val Brembana 2022