La capacità di trovare il bello in ciò che accade ogni giorno

città incontro

Ci sono dei giorni in cui già al risveglio, il pensiero degli impegni da compiere pesa maggiormente, per le inevitabili difficoltà da affrontare, e si avverte la necessità di una dose in più di ottimismo per incominciare la giornata. Allora, insieme alla richiesta di aiuto rivolta al Signore affinché mi sia vicino, pongo uno sforzo in più per saper vedere il positivo nelle “pieghe” del quotidiano.

L’evento che racconto si riferisce ad una giornata iniziata con le caratteristiche appena descritte.

Esco di casa con una cartelletta colma di documenti da consegnare agli uffici del Patronato Acli (il lavoro più impegnativo è stato fatto e questo primo impegno della giornata non mi preoccupa) e mentre cammino cerco di pianificare i successivi impegni per risolvere altre pratiche relative a documenti di identità di suore non italiane, per i quali dovrò recarmi all’Agenzia delle Entrate, poi alla Prefettura, ecc… prevedendo anche, come successo altre volte, di essere mandata da un ufficio all’altro.

Al semaforo incontro suor Rosa, che da alcuni anni presta il suo servizio in aiuto all’economato generale.

Nel tratto di strada che compiamo insieme ci scambiamo alcune parole, l’una si interessa dell’altra informandosi circa le piccole questioni condivise nei giorni precedenti … La conversazione è breve ma nel dono reciproco dell’ascolto, è come se un primo raggio di sole entrasse a riscaldare il cuore.

Il nostro dialogo viene interrotto da una voce: “Ma io ti conosco… suor Rosa!”.

“Sì, ma… dove ci siamo conosciuti?”.

Assisto in silenzio a quello che percepisco essere un felice ritrovarsi di persone che, da quanto apprendo, non si rivedevano da 40 anni. Dopo poche battute di un dialogo che si colora di gioia nel rievocare il tempo passato, l’uno nelle vesti di “ex-alunno”, l’altra di “suora dell’asilo”, mi sento autorizzata a prendere parte alla conversazione in quanto la scuola di cui si parla è la stessa nella quale ho vissuto anche io negli anni della formazione. Insieme si ricordano allora le suore dell’intera comunità, ognuna con le proprie caratteristiche e ruoli, molte delle quali già in Paradiso. Rievocando i loro nomi, pare di rivederle, anch’esse compiaciute per questo inaspettato incontro!

Poi, quell’ex-alunno, oggi papà di una bella bambina che ci mostra in foto dal cellulare, cambiando totalmente discorso, ci confida di avvertire come una vera sofferenza la realtà del calo di vocazioni alla vita religiosa femminile.  “Per me la suora era come una mamma. Non ho trovato in altre persone un cuore così libero e puro, una maternità vera che mi ha aiutato a crescere”.  E conclude non senza stupirci: “Ogni anno quando si avvicina la festa della mamma io penso a voi suore”.  
Sorprende constatare come in pochi minuti, attraverso poche parole si sia creato un clima così familiare fino a giungere a confidenze personali e significative.

D’un tratto ci si accorge che le lancette dell’orologio sono avanzate e il lavoro aspetta ciascuno nei luoghi stabiliti. Ci accingiamo quindi a congedarci con alcune parole che esprimono soddisfazione per il felice incontro, ma sembrano non bastare al nostro interlocutore: “Aspettate! Non possiamo andar via così… Diciamo una preghiera insieme!”. L’intesa di sguardi invita la “maggiore di età” a formularla. Così con le parole dell’Ave Maria, recitata sul marciapiedi di una via del centro città, ci auguriamo vicendevolmente una buona giornata!

Proseguendo il mio cammino da sola, non ho che parole di lode al Signore per questo dono inaspettato e carico di significati su cui riflettere. “La suora come una mamma…” È un invito ad affrontare la nuova giornata con cuore di madre, aperta a tutti, attenta a tutti e a custodire in me il dono della maternità spirituale che ho ricevuto.  “Diciamo una preghiera insieme…” è il dono di una fede semplice e libera che fa sentire veramente fratelli e figli di uno stesso Padre e trasforma le strade in una chiesa.