Cosa cambia nell’era della super-intelligenza. Il dominio dei robot

Non è necessario aspettare di veder passeggiare per le strade macchine umanoidi per trovarsi nell’era dell’intelligenza artificiale. I robot che elaborano dati e svolgono compiti di organizzazione e distribuzione di contenuti sono già tra noi. Pensiamo alle auto senza conducente, alle app che traducono segni incomprensibili in frasi di senso compiuto, alla domotica domestica, che ci offre la possibilità di accendere e spegnere a nostro piacimento i dispositivi domestici.

Forse non hanno l’aspetto sognato da Isaac Asimov, brillante scienziato e autore di fantascienza, le capacità rigenerative dei cyborg di Terminator, e nemmeno la volontà di potenza delle macchine di Matrix, ma i robot sono oggi una realtà. Anche gli algoritmi sono in fondo intelligenze artificiali che hanno conseguenze molto concrete sulla nostra vita quotidiana, manifestandosi su pc, tablet e smartphone.

Ragiona sulla rivoluzione in atto Martin Ford nel suo saggio “Il dominio dei robot” (Il Saggiatore), prendendo in considerazione le implicazioni presenti e future dell’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Sono a un passo dalla realizzazione, per esempio, la completa automazione di ristoranti e supermercati, la fabbricazione di armi capaci di uccidere senza intervento umano; i robot disinfettanti in grado di eliminare ogni batterio da una camera d’ospedale, gli algoritmi impiegati nella selezione del personale (che hanno imparato da noi a discriminare in base a genere ed etnia).

Ci sono intelligenze artificiali anche dietro le scoperte in ambito chimico, sanitario ed energetico rese possibili dal deep learning. Sono sempre ia a consentire il funzionamento di raffinati sistemi di riconoscimento facciale utilizzabili dai governi per identificare gli oppositori politici; fino alla chimera dell’AGI, l’«intelligenza artificiale generale» che, se realizzata, permetterebbe a una macchina di comunicare, ragionare e concepire idee al livello di un essere umano o addirittura superiore.

“Il dominio dei robot” di Ford è un’affascinante narrazione scientifica che, alternando esperienze personali dell’autore, interviste a specialisti del settore e i dati delle più recenti ricerche, ci rivela il panorama delle trasformazioni economiche e sociali che affronteremo nei prossimi anni. Una riflessione illuminante, per capire se quello che abbiamo davanti è l’inizio di una nuova era o la fine della nostra.

La più grande crisi esistenziale che stiamo affrontando

L’AI ha la capacità di processare informazioni alla velocità della luce e rimanere concentrata senza distrazioni su ciò che deve fare. L’AI vede nel futuro, può prevedere effetti e conseguenze e osservare negli angoli più bui del nostro mondo fisico e virtuale. L’AI impara da sola, ed è di gran lunga più intelligente degli esseri umani nel compiere azioni specifiche come giocare a scacchi, guidare una macchina, monitorare sistemi di sicurezza. Le macchine parlano già tra loro in modi per noi incomprensibili e molto presto arriverà il momento in cui non si tratterà più di gestire un milione di macchine smart, ma un’unica intelligenza non-biologica, talmente superiore alla nostra che non saremo più in grado di prevedere come si comporterà.

La storia della tecnologia ci mostra che il suo progresso non è lineare, ma esponenziale: nel Ventunesimo secolo vivremo l’equivalente di ventimila anni di progresso, se continuerà a svilupparsi al ritmo di oggi.

È per questo che Mo Gawdat desidera inserirsi nel dibattito sull’intelligenza artificiale con questo libro, in cui apre una strada illuminante: per evitare che l’AI faccia del male, ma soprattutto perché ci aiuti a fare il bene, dovremmo dotarla di consapevolezza di sé, di emozioni e di etica. D’altronde le emozioni non sono una delle modalità di intelligenza più evoluta che noi umani abbiamo a disposizione? «L’avvento della super intelligenza artificiale rappresenta la più grande crisi esistenziale che siamo chiamati ad affrontare» dice Elon Musk. Ed è proprio da qui che prende le mosse la riflessione di Mo Gawdat, noto come l’inventore dell’equazione della felicità, nel saggio “Super intelligenti. Come salvare il mondo dall’intelligenza artificiale” (Rizzoli). L’autore, con un’esperienza trentennale in aziende come Microsoft e Google, affronta il tema del rapporto fra etica e intelligenza artificiale da un punto di vista interessante ed equilibrato, senza allarmismi ingiustificati o ottimismi eccessivi, raccontandoci l’avventura del progresso umano dal punto di vista di chi lo sta vivendo in prima persona.