Molte fedi, al via la 15ª edizione. “Un luogo per generare nuovi pensieri e orizzonti”

Lucente luna tra le foglie e il vento 
adagio il cielo si popola di stelle 
e alternanze di lucciole tra i fiori: 
sera d’estate. 
la stanchezza, 
e un altro giorno ci attende. 
appaiono fulgori e cose belle 
tra cose che non arriviamo a terminare. 
poi strade che s’aprono improvvise. 
accettazione dei propri fallimenti 
doni e condoni fanno bello il vivere

Domenico Ciardi

“Esodi. Poi strade che s’aprono improvvise” è il suggestivo filo conduttore di “Molte fedi sotto lo stesso cielo”, rassegna promossa da Acli Bergamo che dopo 15 anni è diventata “grande”, per la varietà e l’ampiezza delle collaborazioni, le alleanze, le forze messe in campo e per il programma ricco, vario e interessante di incontri, spettacoli e iniziative. In calendario oltre ottanta appuntamenti, la maggior parte in presenza, che toccano gli ambiti più diversi: dalla geopolitica al teatro, dal confronto dei tre monoteismi sull’aldilà alla questione ambientale, dal ricordo di Turoldo ad alcuni snodi cruciali da rimettere al centro del dibattito: Europa, pace e informazione solo per citarne alcuni.  

“In un mondo alle prese con crisi geopolitiche, sanitarie, socioeconomiche e ambientali – spiega l’introduzione delle Acli -, occorre ammettere la necessità di un mutamento profondo. I recenti stravolgimenti ci costringono a ripensare tutto ciò che, a torto, abbiamo dato per scontato: la salute, l’Europa in pace, condizioni di vita dignitose per tutti, la vivibilità nell’ambiente, un futuro sereno soprattutto per chi oggi è giovane. Difficile farsi ragione della complessità del presente. Non abbiamo una meta nettamente definita, né un tracciato già stabilito e rassicurante: dobbiamo tornare sui nostri passi e riflettere sul percorso, sulle ragioni del nostro partire. Solo se aperti e ricettivi, se capaci di visione, potremo intravedere strade che s’aprono improvvise”.

Chiavi interpretative per decifrare il presente

“Questa è la nostra funzione – ha sottolineato Daniele Rocchetti alla conferenza stampa di presentazione – da quindici anni, è la nostra idea di cultura: essere un piccolo ma qualificato segno a servizio di tutti coloro che nella ricerca, che siano credenti o non credenti, invocano un aiuto per comprendere il tempo presente e le non facili dinamiche che lo abitano. È quello che stiamo cercando di fare da quindici anni: offrire occasioni per continuare a seminare, ad attendere con sapienza, a irrigare socialmente le comunità dove vivono le donne e gli uomini dei nostri paesi”.   

Abbiamo fatto una scelta – prosegue Rocchetti -. Nel programma abbiamo deciso da un lato di riproporre ospiti e amici della rassegna (in questi primi giorni avremo Moni Ovadia, Romano Prodi con Gad Lerner, poi Recalcati, Mario Calabresi, Mauro Magatti) dall’altro di osare strade nuove: inaugureremo l’edizione con Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi, che ci racconteranno le tragedie della guerra a partire dal recente conflitto in Ucraina; ospiteremo Patrick Zaki e Mimmo Lucano, testimoni, uomini in conflitto con la legge, uomini che rivendicano dei diritti più che mai necessari. Per quanto riguarda il teatro debutterà Marta Cuscunà, giovane attrice e autrice di performance originali. A parlare del futuro del Cristianesimo la sociologa Danièle Hervieu-Lèger con Franco Garelli». 

“Un luogo dove poter leggere i cambiamenti”

Gli incontri della rassegna, che si snoderà tra settembre e novembre in città per abbracciare poi la provincia e in particolare le valli bergamasche da novembre a marzo, offriranno, come ha sottolineato Daniele Rocchetti alla conferenza stampa di presentazione, alcune chiavi interpretative per decifrare tendenze, direzioni, strade attraverso i rapidi cambiamenti della società contemporanea. Rocchetti si è detto anche molto grato del sostegno che tante realtà e istituzioni continuano ad offrire a questa rassegna, che se parlassimo di arte potremmo definire “un’opera collettiva”.

Gli incontri sono cibo per la mente e per l’anima, come ha sottolineato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: “La rassegna è nata con l’intento di comporre un dialogo tra religioni e culture diverse, ma strada facendo è diventata un luogo dove poter leggere i cambiamenti. La rassegna è nata con l’intento di comporre le differenze tra religioni e culture ma strada facendo è diventata un luogo dove poter leggere i cambiamenti. Offre la possibilità di ascoltare testimoni ed esperti in grado di aiutarci a comprendere meglio la complessità senza sentirsene spaventati. L’incertezza che si traduce in paura è la chiave di questo tempo. È importante nutrire con strumenti culturali i cittadini, lo stesso principio è al centro anche del progetto Bergamo Brescia 2023 capitale della cultura”. Anche l’Università è partner e parte attiva della rassegna come ha sottolineato il rettore Sergio Cavalieri. Non solo l’Ateneo metterà a disposizione alcuni luoghi, come l’Aula magna, ma solleciterà e sosterrà la partecipazione degli studenti “il nostro compito è formare e dare speranza. L’università è luogo di generazione e trasformazione del pensiero”.

Contaminazioni di pensiero e nuovi orizzonti

Pasquale Gandolfi, presidente della Provincia, ha evidenziato l’importanza di sostenere e partecipare a questa rassegna che propone una “contaminazione di pensiero” e contribuisce quindi ad aprire gli orizzonti delle persone. 

Anche quest’anno proseguiranno gli incontri dei “Circoli di Resistenza” che si ritroveranno per leggere insieme “Il lavoro siamo noi. Verso una conversione di civiltà” di Roberto Mancini, professore ordinario di Filosofia Teorica, una riflessione sul lavoro e sul tempo dedicato ad esso. “La lettura – ha spiegato Maria Elena – quest’anno sarà affiancata da attività concrete come film, testi aggiuntivi, interviste e incontri con persone che possono aiutare a capire meglio la nostra realtà. Questo per sviluppare l’idea – contenuta nel libro – di poter rendere il mondo più abitabile attraverso il lavoro dell’uomo, un messaggio di speranza. Ai gruppi partecipano anche tanti giovani, creando una collaborazione fruttuosa tra generazioni diverse. Questa esperienza continua da dieci anni riunendo persone normali che si ritrovano per leggere, confrontarsi, ragionare, e magari poi proseguono con testi diversi”.

Anche Gianluigi Venturini, direttore Regionale Lombardia Nord Intesa Sanpaolo ha rimarcato l’importanza di partecipare a un’iniziativa «che incoraggia riflessioni attorno ai cambiamenti epocali, educa al confronto interculturale e interreligioso con particolare coinvolgimento dei giovani. L’attenzione ai territori da parte di una grande banca come la nostra si esprime anche attraverso queste iniziative di impatto sociale e civico per il bene della collettività». 

Collaborazione con studenti e insegnanti

Prosegue l’attività di collaborazione con le scuole: “Una parte consistente dei partecipanti agli incontri – ha chiarito Rocchetti – è composta da studenti e giovani”. In programma anche un corso specifico di formazione per docenti che sono in prima linea con passione e competenza.

Ad aprire Molte fedi lunedì 12 settembre alle 20,45 nell’Aula Magna dell’Università di Bergamo saranno Francesca Mannocchi, giornalista e scrittrice, e il compagno Alessio Romenzi, fotografo di guerra, che hanno realizzato insieme il documentario “Isis, Tomorrow. The Lost Souls of Mosul”, sui figli dei miliziani dell’Isis, presentato alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il 19 settembre, sempre alle 20,45 in Aula Magna è prevista la lectio magistralis dello scrittore Alessandro Baricco. Per sostenere la manifestazione si possono sottoscrivere le “Card” che permettono un accesso prioritario alle iniziative. Per informazioni, programma completo e prenotazioni si può consultare il sito di Molte fedi.