Ricomincia la scuola, senza mascherine, con tante speranze

Siamo agli sgoccioli. Finalmente, perché dopo tre mesi a casa la scuola inizia a sbiadirsi tra i ricordi.

“Mamma, io non ho voglia di tornare in classe”.

“Ma come! Non hai voglia di rivedere i compagni e le maestre, di fare tante belle attività…”

“No”.

Come darle torto. In tre mesi di vacanza entri, senza se e senza ma, in una dimensione parallela fatta di giornate tutte da inventare. Con genitori che fanno i salti mortali (ebbene sì, caro Stato Italiano, ti svelo che nel 2022 il lavoro va rincorso, afferrato, tenuto stretto, con logiche folli che di logico hanno poco) e che, quando va bene, possono permettersi due settimane di vacanza. Dodici giorni, sui novantacinque giorni di stop della scuola. 95.

Li mandi ai Cre, ai Campus, cerchi una baby sitter disponibile. Spendi. Tanto. Punti sui nonni, se hai la fortuna di poterlo fare. Responsabilizzi i bambini (“mi raccomando, quando torno voglio trovar fatti un po’ di compiti delle vacanze”) ricordando loro che anche la noia ha un gran valore.

Innegabilmente per i bimbi è una vera pacchia, fatta di alti e bassi, ma comunque una pacchia.

“Alice, vedrai che questo nuovo anno scolastico sarà bellissimo. Finalmente starete in classe senza mascherina!”.

Le scappa un sorriso. Sapevo che avrebbe funzionato. I miei figli hanno 9 e 7 anni e non sono MAI andati alla scuola elementare senza mascherina.

“Davvero mamma? Mica che ce lo fanno credere e poi si riparte con mascherina e Dad?”.

Chi lo sa. Io spero che davvero si superi il delirio degli ultimi tre anni. Spero che almeno i bimbi della primaria non debbano più fare lezioni da casa davanti a un computer. Spero che possano tornare a fare tante attività, gite (in tre anni non ne hanno mai potute fare), incontri, esperienze di vita.

Gli anni di pandemia dovrebbero esser serviti a capire quanto è importante investire nella scuola pubblica, ma da quel che vedo ultimamente la situazione, invece di migliorare, è peggiorata. Meno insegnanti, meno proposte, meno entusiasmo.

Su questo nuovo anno scolastico che sta per iniziare voglio riversare tante speranze. Che sia l’anno della svolta. Che sia l’anno dell’apertura verso una “normalità” diversa, fatta di una didattica rivista, attenta al bambino, ricca di umanità e socialità, di stimoli e di novità.