A Martinengo in mostra «Barbarica» di Battarola ispirata alle pagine di Fenoglio

Più di 30 disegni a matita e a tempera, su carta, per rievocare con un segno deciso e aspro la storia de La malora di Beppe Fenoglio.

Questo è il fil rouge della mostra «Barbarica» dell’artista Sergio Battarola che è stata inaugurata sabato scorso nella sede della Biblioteca Comunale di Martinengo, il Filandone. L’iniziativa è stata organizzata dalla stessa biblioteca, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e la Pro Loco di Martinengo, in occasione del centenario della nascita dello scrittore Beppe Fenoglio.

«Barbarica» è stata allestita con un percorso espositivo che è stato a sua volta suddiviso in varie sezioni i cui titoli richiamano gli elementi del romanzo La malora: le langhe, la gente della Malora, la fatica, la fede, uomini e bestie, vita e morte. Dominanti, nei disegni, il colore giallo citrino, sullo sfondo, per richiamare l’ambiente contadino e la paglia; il colore nero per conferire un realismo critico ai personaggi, agli ambienti e agli eventi raccontati nell’opera di Fenoglio.

«Tutti questi disegni risalgono a un lavoro di dieci anni fa, quando non c’era ancora un anniversario particolare, ma era stato semplicemente una mia “avventura” definiamola culturale, influenzata ovviamente dalla lettura del libro di Fenoglio», introduce Sergio Battarola.

Rispetto ai precedenti romanzi, dedicati alle storie di partigiani, Fenoglio con La malora (pubblicato nel 1954 ed edito da Einaudi) vuole narrare le difficili condizioni della famiglia protagonista, i contadini Braida nelle Langhe, attraverso l’uso espressivo e spontaneo di una lingua regionale semplice e scabra.

«Ed è proprio quest’aspetto che mi ha toccato di più di questo libro – dice l’artista Battarola – : questo linguaggio aspro, barbarico ed elementare, fatto di violenza, di silenzi, ma anche di incomprensioni di questa famiglia, che però era sostenuta da una forte fede religiosa e Fenoglio è riuscito a tradurlo benissimo ed è una delle ragioni per cui io ho deciso di illustrarlo».

Di fatto, «il lavoro su Fenoglio è secondo me molto sentito, perché – ci spiega l’esperta d’arte e curatrice Nicoletta Prandi – come avevo scritto nel catalogo, Sergio Battarola, artista testoriano per eccellenza, ci racconta, come Beppe Fenoglio ne La malora, non solo che “pioveva su tutte le langhe, lassù a San Benedetto e mio padre si pigliava la sua prima acqua”, ma parla anche di noi, delle nostre barbarie quotidiane e di quei “buchi neri” che benessere e progresso non sono riusciti a colmare, di quel viaggio di suoni pesanti e sordi chiamato paura».

Da sinistra verso destra: l’artista Sergio Battarola, la curatrice Nicoletta Prandi e la bibliotecaria Emanuela Zappalalio durante l’inaugurazione della mostra «Barbarica»

Prosegue la curatrice Prandi, «paziente e tenace con uno sguardo di basse palpebre, perché secondo me Sergio è un artista molto umile che procede con l’uso del suo segno forte e aspro che si vede in uno studio estetico e narrativo, capace di superare i limiti del regionalismo; poi, c’è la sua coerenza, fedele negli anni a quello che pensava della pittura».

A corollario della mostra «Barbarica», martedì 13 settembre alle 20:45, nella sala consiliare del Filandone, andrà in scena lo spettacolo «Per me era Beppe» a cura di Teatro Caverna di Bergamo (ingresso libero su prenotazione a biblioteca@comune.martinengo.bg.it o tel. 03639860250).

L’esposizione «Barbarica» rimarrà aperta fino al 25 settembre a ingresso libero dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 e si potrà consultare anche l’omonimo catalogo con testi di Nicoletta Prandi e Jean-Louis Jacquier-Roux è pubblicato da Franco Colacello Editore.