I giochi che ti aprono la mente

Giochi, giochi, giochi. “Tocca a me: mondi nell’aria”.

“Mondi nell’aria?! Guarda Alice che è difficile, rischi che poi indoviniamo!”.

“Tranquilli, non credo proprio. Mondi nell’aria”.

Dixit è stato una meravigliosa scoperta. Ve lo descrivo al volo: si tratta di uno dei giochi in scatola più belli che io conosca. E’ composto di carte una più affascinante dell’altra. Raffigurano situazioni assurde, pittoresche, oniriche, fiabesche. La marionetta seduta su un trono, le scarpette di danza che ballano tra le ragnatele, un omino richiuso in un macina caffè, un castello che vola, una margherita che si strappa i petali, un impavido coniglio cavaliere che sceglie tra tre porte, un’ancora nel deserto, un gigante che mangia casette. Insomma, solo a guardarle c’è la perdersi.

A turno uno dei giocatori fa da narratore e deve trovare un modo originale per descrivere una delle sue carte. Una frase, una poesia, una canzone. L’obiettivo è che qualcuno indovini di quale carta si tratta, ma non tutti. Ognuno sul tavolo propone una propria carta che risponda alla descrizione. Così tutto si confonde e la scelta si fa ardua.

Non è facile, per un bambino. Ma è incredibile come dopo poche partite la mente inizi ad aprirsi e a vagare tra infiniti mondi, giochi e possibilità.

“Visto?! Solo Tommy ha indovinato, bravo! Mondi nell’aria. Lo vedi questo folletto? Con le bolle di sapone crea mondi che poi si perdono nell’aria. Pianeti. Ma fatti col fiato. Che arrivano fino alle stelle”. E io ogni volta resto ipnotizzata. Dal loro modo di guardare le cose, da come riescano a capirsi senza nemmeno doversi parlare.

Bello, riuscire a leggersi nel pensiero anche nell’assurdo. Bello, attivare schemi mentali che partono dai giochi per poi andare oltre. La mia carta era un uomo che disegna con una nuvola. Troppo banale. Come sempre vince lei, Alice, che a sette anni ha ancora in testa la meraviglia.

Come sempre si è fatto tardi. Andiamo a letto bimbi, a sognare mondi impastati di magia.