Detenuti al lavoro all’interno del carcere: così uno dei sogni di don Fausto è diventato realtà

Da ormai un anno e mezzo uno dei sogni che coltivava don Fausto Resmini è diventato realtà e sta crescendo sempre più: dare lavoro ai detenuti della Casa circondariale di Bergamo.

La fondazione che ora ricorda don Fausto anche nel nome, con il supporto operativo della cooperativa Il Mosaico, sta portando avanti questo progetto, che ha già dato tanti frutti.

Don Fausto aveva sempre avuto in mente di far lavorare i detenuti all’interno del carcere ma per diversi motivi non era riuscito a iniziare – spiega Salvatore Oliveto, collaboratore della prima ora di don Resmini, ora responsabile del laboratorio aperto in carcere -. A giugno 2021 abbiamo iniziato, smantellando un magazzino e aprendo un laboratorio: lì abbiamo iniziato a portare del lavoro della nostra cooperativa”.

Guarda il video che racconta le attività svolte qui.

Il laboratorio allestito dentro il carcere può accogliere otto persone contemporaneamente: qui nel tempo si sono alternati diversi detenuti. “Lavorano per tre ore al mattino, dalle 8.30 alle 11.30 – continua Oliveto -. Grazie ad un finanziamento siamo riusciti ad organizzare anche due corsi di saldatura e ci sono due persone che, una volta uscite dal carcere, sono riuscite subito a trovare lavoro”.

La costruzione di percorsi lavorativi intra murari si è rivelata una modalità preziosa per valorizzare il tempo della detenzione come occasione di scelte diverse nel momento della dimissione dall’istituto di pena. 

La cooperativa, attraverso il lavoro, mira a insegnare le regole base di un luogo di lavoro, a fornire o consolidare competenze professionali e a garantire opportunità di guadagno economico. “Al personale del carcere chiediamo di far venire a lavorare soprattutto le persone più sole, che hanno meno contatti con l’esterno – spiega ancora Salvatore -. Anche in carcere chi è povero soffre di più e il lavoro può dar loro l’opportunità di guadagnare qualcosa”.

I lavoro svolti sono per lo più attività di assemblaggio, che si inseriscono nell’opera delle tante sedi in cui la cooperativa Il Mosaico dà lavoro a persone in condizioni di difficoltà, con borse lavoro (per il primo anno) o con regolari assunzioni (dal secondo anno). “Abbiamo i laboratori della comunità di Sorisole, quelli di Lurano, la nuova casa all’Agro di Sopra e anche un nuovo laboratorio al Patronato di Bergamo. Per il carcere, ci piacerebbe che qualche ditta esterna ci assegni delle commesse lavorative che possiamo far svolgere ai detenuti nel laboratorio”.

Dopo il primo anno e mezzo, il progetto del lavoro in carcere vuole infatti crescere ancor di più. “Sta funzionando molto bene e abbiamo costruito un rapporto positivo anche con la direttrice e l’area educativa del carcere. Ci piacerebbe sistemare un’altra ala del carcere per avere a disposizione un nuovo spazio da allestire come laboratorio e creare opportunità lavorative per altri otto detenuti”.

Proprio per questo la cooperativa ha avviato una raccolta fondi (26.600 euro è la cifra che si propone di raccogliere per realizzare questo laboratorio): per sostenere il progetto è possibile anche mettere a disposizione attrezzature oppure collaborare attraverso commesse lavorative.