A che cosa serve la scuola?
Per maturare, crescere a livello fisico, intellettivo, psichico, morale e spirituale.
Purtroppo è vissuta, da parte dei ragazzi, con scarso interesse, che talvolta sfocia nell’abbandono.
Difficilmente la sentono come uno spazio importante per la loro crescita.
Per questo la scuola è in crisi: perché viviamo in una società in cui l’utile primeggia sull’essere. È bene precisare che la scarsa voglia di studiare, in parte, dipende anche dall’immaturità sociale e familiare che, spesso, attribuisce alla scuola un valore relativo.
La cultura è in crisi e la persona che studia non è aiutata a superare le prime difficoltà nell’impatto con un ambiente in cui si incontrano anche compagnie infarcite di superficialità e pressapochismo.
Sembra che la stupidità sia un vanto e l’ignoranza una condizione invidiabile. Sappiamo, invece, che lo studio contribuisce all’incremento dell’autostima, favorisce nuove motivazioni, fa essere e non solo esistere. Alcuni genitori sostengono anche che la scuola è un costo. È vero, ma sono i soldi spesi meglio per il bene futuro dei figli.
Qualche richiamo va fatto anche agli insegnanti. Nel primo e secondo anno delle superiori gli studenti sembrano irrequieti, demotivati. L’abbandono da parte di alcuni compagni ha risonanze negative su di loro. Forse alcuni insegnanti si riducono a distributori di nozioni e non riescono a sensibilizzare gli alunni e ad appassionarli al sapere.
Agli insegnanti serve qualche competenza psicologica
Sono gli insegnanti, soprattutto, a dover stimolare il desiderio della conoscenza. Non devono gettare la spugna di fronte a personalità fragili e quindi incoerenti negli impegni. Qualche competenza psicologica serve per preparare gli alunni a superare le difficoltà.
Famiglia e scuola devono intervenire insieme con uno stile educativo comune, anche se con ruoli e funzioni differenti. Scuola e famiglia sono due contesti certi e sicuri per lo sviluppo giovanile, anche se, a volte, non sono concordi e riflettono competenze e stili educativi diversi.
Oggi però, di fronte alle problematiche che presentano i giovani, è più che mai utile trovare strategie che favoriscano l’integrazione tra cultura familiare e scolastica, in un’ottica di costante collaborazione. I genitori devono conoscere gli insegnanti e questi l’ambiente familiare dei loro studenti.
Nella scuola è necessario educare ai valori
Nella scuola è necessario educare ai valori, data la crisi della qualità della vita. Si devono distinguere due piani d’intervento, entrambi essenziali e strettamente collegati: il primo è quello delle idee, ovvero delle conoscenze relative ai valori, della riflessione su certi aspetti dell’esperienza. Il secondo è quello dei comportamenti concreti, che dovrebbero risultare, ma non sempre accade, coerenti con le idee.
La vita maestra è quella di stimolare gli alunni a una riflessione personale e di gruppo, relativa a tutto ciò che ha valore: il corpo con le sue funzioni e le molte abilità che può conseguire, la mente nella varietà delle sue capacità d’immaginazione, intuizione, memoria, conoscenza, fantasia, linguaggio, comunicazione.
Un insegnamento che ha come obiettivo la maturità dell’alunno.