I ragazzi del Cre per un giorno volontari alla mensa dei Frati Cappuccini

Il tema della cura è al centro del Cre 2023. “Tu x tutti – e chi è il mio prossimo?” è infatti il motto che sta accompagnando bambini ed adolescenti che prendono parte ai Centri ricreativi estivi parrocchiali quest’estate.

Prendersi cura è un’azione concreta e il Cre porta i ragazzi ad avventurarsi nella sperimentazione dell’ “I CARE” che don Lorenzo Milani insegnava ai ragazzi di Barbiana, con coraggio e fiducia: se tutto riguarda tutti e ciascuno, allora si potrà costruire un mondo più umano ed esperienze di comunità nelle quali ci si prende cura, gratuitamente, gli uni degli altri.

Tra le esperienze di cura, alcuni Cre della Bergamasca hanno deciso di far diventare, per un giorno, alcuni dei loro ragazzi, volontari presso la mensa dei Frati Cappuccini, a Bergamo. La mensa serve circa 150 persone al giorno, dal lunedì al sabato; la domenica è chiusa, mentre è aperta quella al Patronato. “Al momento ogni venerdì sono venuti dei ragazzi dal Cre di Loreto e una volta dei ragazzi dal Cre di Cazzano Sant’Andrea” racconta Fra Riccardo Corti, che segue il servizio della mensa.

“I ragazzi arrivano verso le 10.00, si spiega loro il servizio, e alle 10.30 si comincia a distribuire sotto il portico del the freddo e dei biscotti o delle brioche. Dalle 11.00 alle 12.30 si serve il pasto: gli ospiti entrano e i volontari dietro il bancone preparano i vari piatti”. Ogni giorno ci sono dei volontari, ma la presenza di persone così giovani è un fattore di gioia per gli utenti: “A volte poi li rivedono alla stazione, o mentre prendono il pullman, e li riconoscono, si crea un minimo di relazione”. E anche i ragazzi del Cre, che frequentano la scuola media, che hanno partecipato a quest’iniziativa, si sono dimostrati entusiasti ed attenti verso il prossimo: “Sono molto felice, sono davvero bravi. Pur essendo la prima volta che vengono qui, si impegnano, c’è tanto entusiasmo e voglia di fare. E’ bello anche l’approccio che hanno verso gli ospiti: mi chiedono se bisogna dare del tu o del lei, stanno attenti a questi dettagli, che sono importanti. Poi agli ospiti chiedono quanto pane vogliono, se la pasta la preferiscono in bianco o al sugo, se di the ne vogliono tanto o di meno, insomma piccole cose che dimostrano attenzione verso l’altro”.

Inoltre i ragazzi hanno manifestato l’interesse a ritornare anche al di fuori del Cre: “I gruppi che sono venuti mi hanno chiesto se sia possibile prendere parte al servizio anche durante l’anno, chi devono contattare. Quando il servizio finisce, i ragazzi sistemano un po’, e qualcuno fa delle domande, anche perché vengono qui persone che apparentemente sembrano non aver bisogno, ma che hanno alle spalle storie difficili. E’ stata un’esperienza positiva”.
“Avevamo già fatto quest’esperienza con i ragazzi più grandi, durante la Catechesi” spiega un educatore del Cre di Cazzano Sant’Andrea. Una quindicina i ragazzi di questo Cre che vi hanno preso parte, di prima e seconda media. “E’ stato tutto nuovo per loro e un’esperienza particolare, a partire dal viaggio per arrivarci, poiché hanno preso i mezzi pubblici, il pullman e la Tramvia Albino – Bergamo. Anche se tra di loro c’erano ragazzi solitamente molto vivaci, in quel frangente hanno ascoltato e seguito ciò che dovevano fare. Sono stati accompagnati da due animatori e da Giorgio Carrara, l’assessore ai Servizi Sociali del Comune. Eravamo un po’ dubbiosi su come sarebbe andata l’esperienza, vista la loro giovane età, ma invece c’è stato molto entusiasmo e molta voglia di fare. Uno dei ragazzi aveva con sé dei soldi, e li ha voluti lasciare per comprare qualcosa per la mensa. Molti hanno espresso il desiderio di poter ripetere l’esperienza, erano davvero contentissimi”.

“Eravamo già in contatto con Fra Riccardo poiché i nostri ragazzi che ricevono il Sacramento della Cresima hanno fatto quest’esperienza – spiega don Matteo Marcassoli, vicario parrocchiale di Loreto -. Visto il tema del Cre, ci sembrava opportuno proporla anche ai ragazzi della scuola media che lo frequentano. Tutti i venerdì, cinque di loro, accompagnati da due animatori, si recano a piedi alla mensa e con gli altri volontari distribuiscono i pasti. Mandiamo pochi ragazzi alla volta, in
modo che tutti possano prendervi parte. Mi interessava che si accorgessero della povertà che purtroppo è trasversale: l’utenza è varia, anziani, giovani, uomini, donne, italiani e stranieri. Era importante che vedessero allo stesso tempo che dall’altra parte c’è qualcuno che si prende cura di loro, che viene incontro alle esigenze di queste persone. Ai ragazzi non viene chiesto tanto, se non di starci, essere gentili e sorridenti, dire buon appetito. Ad ogni modo sono molto contenti e qualcuno chiede di
poter ritornare al di fuori del Cre”.