Un fiocco rosa che ti ricorda quanto sia meraviglioso il dono della vita

Sono giorni più pieni del solito… corro tra un impegno e l’altro, cercando di non farmi prendere dall’ansia, ma non è così facile… Anche le pratiche urgenti che sto seguendo si complicano un po’ per via di mail che ritardano a pervenire…

Una telefonata di mia mamma (dalla casa di cura dove è ricoverata per fisioterapia) mi chiede di lasciare il mio lavoro e di “volare” a casa sua, alla ricerca di un documento sanitario… Lascio tutte le carte sulla scrivania, prendo l’auto e, in 15 minuti, sono a destinazione. Entrando in cortile, vedo distrattamente qualcosa appeso al cancello del condominio vicino, ma sono presa da altri obiettivi e non mi fermo a guardare…

Ritirato il documento mi appresto a ripartire. Prima di salire in auto, riesco a concedermi un attimo per osservare meglio cosa sporge dalle sbarre di quel cancello: un fiocco rosa! 

Che bella notizia! Non so quale famiglia abbia avuto la gioia di una nuova nascita, ma in cuor mio ringrazio il Signore per il dono di questa bambina! Dentro l’affanno del giorno da poco iniziato, questo simbolo di vita mi giunge come una boccata d’aria fresca, un incoraggiamento a non lamentarmi se le cose non vanno come le vorrei… Nasce in me il desiderio di cantare: “Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore, è quello che Dio vuole da te…”


Per concludere “la missione” raggiungo la casa di cura, salgo le scale e mi precipito nella camera assegnata a mia mamma: vedendomi è presa da meraviglia per la velocità con cui ho soddisfatto la sua richiesta, nello stesso tempo manifesta il suo disagio nel sapere che ha dovuto “rubarmi” del tempo… Me lo dice espressamente. La tranquillizzo con un bacio e un sorriso, poi mi congedo da lei.

Tornata al mio lavoro recupero i fogli che avevo lasciato in disordine; mi sento più serena nel proseguire… Di tanto in tanto, ritorna alla mia mente l’immagine di quel fiocco rosa e la gioia che mi ha trasmesso… La bellezza di una vita nuova… Un grande dono! Una vita che nasce è un dono e richiede cura; una vita che cresce anche… così pure una vita che si trova ad affrontare l’anzianità e la malattia. Chi ci ha curati per tanti anni, ora ha bisogno delle nostre cure (e il pensiero va a mia mamma). È un dono anche il poterlo fare…

In serata decido di soddisfare la curiosità e mando un sms a mia sorella che certamente può darmi notizie: di chi è il fiocco rosa che ho visto al civico n. 8? “Matilde, sorellina di Tommaso e Simone”.

Un’altra buona notizia! Avere un figlio non è da poco, oggi, e averne tre è veramente audace! In cuor mio, elogio la coppia di quei genitori che hanno superato la paura del futuro, connotato oggi da scenari incerti, con una scelta coraggiosa e generosa.

Nei giorni seguenti, mi trovo più volte a riflettere ancora sul dono della vita e sul valore che acquista in una dimensione di fede. Mi è di stimolo la lettura di un libro che ho preso tra le mani alcune settimane fa: «Credo la vita eterna» di Carlo Maria Martini. Alcune pagine sono bellissime tanto da indurmi a soffermarmi per vari giorni su poche righe, dense di contenuti “alti” che pian piano lascio scendere in me. Torno ad una di queste pagine cercando una frase che mi aveva colpito e parlava proprio della vita: «nascere vuol dire essere chiamati ad un destino eterno…»

Chiamati ad un destino di eternità! Quale meravigliosa missione generare un figlio! Non solo darlo alla luce, ma offrirgli, con la vita terrena, la possibilità (che Cristo ha ottenuto per tutti con la sua vittoria sulla morte) di vivere una vita che non avrà fine…  Ancora una volta assaporo la bellezza della nostra fede e percepisco la responsabilità che abbiamo come credenti di trasmettere tale verità. Come possiamo annunciare orizzonti di eternità?