GMG: il primo giorno “con i piedi per terra” sulla spinta di “Eccomi”

Il primo giorno effettivo di GMG per i pellegrini bergamaschi è stato martedì: giornata di partenze e di tanti chilometri macinati in pullman. Per il primo giorno vissuto letteralmente “con i piedi per terra”, però, i giovani hanno dovuto attendere l’arrivo a Lourdes.

Di primo mattino, ancora prima dell’alba, i primi pullman sono arrivati a destinazione e il Village des Jeunes ha iniziato a popolarsi di giovani ancora un po’ addormentati e indolenziti dal viaggio.

Nulla, però, ha fermato l’entusiasmo dei bergamaschi. Dopo la colazione, gli oratori si sono riconosciuti e incontrati tra abbracci, sorrisi e un risveglio muscolare del tutto improvvisato.

Tutto per prepararsi a una giornata intesa dettata non solo dal luogo, ma anche dalle proposte della giornata. Il primo appuntamento, infatti, è stata la catechesi del vescovo Francesco.

La prima riflessione è stata attorno all’ecologia integrale e il Monte delle Beatitudini del Village des Jeunes è stata la cornice perfetta per parlare di custodia del Creato. Un progetto ambizioso da cui l’uomo non può sottrarsi come ha sottolineato il vescovo Francesco.

“Delle volte sento qualcuno dire che il mondo sarebbe migliore senza l’uomo, ma Dio ci ha dato il compito di esserne custodi – prosegue -. Il Papa è un uomo coraggioso. Ha il coraggio non solo di affermare il contrario, ma di dire a voce alta che l’uomo può migliorare il mondo. Un mondo migliore è possibile e lui non smette di crederci come Dio non smette di fidarsi di noi”.

Durante il momento di riflessione, il vescovo si è messo in ascolto di un gruppo di giovani sedendosi sul telo blu in mezzo a loro. Ogni gruppo si è preso del tempo per riflettere, appuntare e condividere i propri pensieri.

“Ascoltandovi ho potuto percepire la profondità del vostro confronto -continua il vescovo Francesco-. Ho sentito interventi di giovani preparati che hanno a cuore questo mondo. Quando si parla di ecologia integrale il pensiero va subito alla nostra casa comune: la Terra. L’obiettivo è quello di costudire il Creato, ma cosa fa di un luogo una casa? Le persone che la abitano, ci vogliono bene e ci accolgono nonostante tutto. Se desideriamo costruire una casa comune, occorre prima creare una famiglia comune. È questo il primo tassello per costruire una casa comune da condividere e custodire”.

Al termine della catechesi, i giovani bergamaschi hanno potuto esplorare Lourdes in ogni sua sfaccettatura: i suoi luoghi, la messa alla grotta, la processione eucaristica e il rosario con i flambeau. Tutti momenti che hanno interrogato e scosso i giovani posti di fronte a un modo di vivere la fede un po’ diverso dalle nostre abitudini.

A Lourdes si passa dalla confusione degli alberghi al di fuori del santuario al raccoglimento della preghiera. Chi visita il santuario lo fa per affidarsi totalmente a Maria. È un atto di fede potente che si carica ancor più di senso se a farlo è una persona sofferente: è un gesto che prende in contropiede.

Come in contropiede può prenderci un “eccomi”. “Nella vita occorre essere capaci di lasciarsi sorprendere, di spendersi e di dire il proprio “Eccomi” in risposta a una chiamata di Qualcuno che ci vuole bene -ha sottolineato il vescovo Francesco durante l’omelia alla messa della grotta-. Sono azioni che richiedono coraggio, ma regalano felicità. Il nostro “Eccomi” non può mancare in questo mondo”.

È da lì che parte ogni cambiamento. Anche le parole al termine della processione dei flambeaux l’hanno confermato: siamo chiamati ad essere testimoni.

E così il primo giorno di GMG “con i piedi per terra” si conclude sotto la pioggia senza spegnere l’entusiasmo dei giovani. Al termine della processione serale dei flambeau si torna stanchi e bagnati, ma felici di tutto ciò che abbiamo condiviso tra preghiere e pensieri. Consapevoli che il più grande cambiamento può iniziare con il più timido degli “Eccomi”: basta avere il coraggio di dirlo ad alta voce ed esserne testimoni.