Custodia del Creato: troviamo il coraggio di cambiare davvero, a partire da noi stessi

Transizione ecologica, conversione ecologica, cambiamento verso la sostenibilità attraverso pensieri e stili di vita diversi…

A volte ho la sensazione che ci siamo anche un po’ stufati di parlarne. Non passa giorno che nei più svariati contesti ci si trovi a dirsi che ci sono mille cambiamenti che ci chiedono di cambiare, ma allo stesso tempo a forza di ripeterselo restando su livelli esortativi e di superficie, poi certe espressioni, invece che essere da sprono e indicazioni di vita buona possibile e perseguibile, diventano invece passaggi quasi depressivi, che ci fanno concludere che tanto non è cambiato abbastanza o peggio ancora non è cambiato nulla e che quindi tanto vale non impegnarsi neppure troppo.

Il cambiamento verso la sostenibilità integrale, che diventa spesso tema dei nostri dibattiti, rischia di diventare una specie di colto sproloquio retorico che poi non arriva veramente fino in fondo alla nostra intelligenza e fino in fondo al nostro coraggio, che si trasformi poi in una presa d’atto vera, lucida, definitiva, di quel che sta accadendo alla nostra casa comune, alle nostre società sempre più fratturaturate in tanti punti, alla situazione geopolitica ogni giorno più compromessa nei termini di quell’amicizia sociale, detta e ridetta a oltranza dal magistero sociale di questi anni.

Succede quindi che anche oggi manca il coraggio di collegare la necessità di cambiamento, al coraggio di cambiare davvero delle cose di sé, del modo di vita comunitario e sociale.

Mancano pensieri su come abitare nella storia insieme agli altri e alla natura sull’unica terra che abbiamo a disposizione e nell’unica vita che abbiamo da vivere.

Una questione che riguarda il futuro di tutti

Spesso, troppo spesso, pensiamo che basti fare due cosine, o cambiare il modo di alimentare la nostra auto o i nostri utensili senza prendere mai veramente coscienza dell’entità della questione in gioco, che ha a che fare con il nostro futuro più prossimo e con quello dei nostri figli e nipoti. 

Penso che siano anche questi i pensieri e le consapevolezze che hanno portato Papa Francesco durante l’udienza di alcuni giorni fa a dire « il 1° settembre, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, inaugurando il Tempo del Creato che durerà fino al 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi. In quella data ho intenzione di pubblicare un’esortazione. Una seconda Laudato si’».

Prende forma così il lancio della seconda parte dell’enciclica. «Uniamoci ai nostri fratelli e sorelle cristiani – ha aggiunto il pontefice -nell’impegno di custodire il Creato come dono sacro del Creatore. È necessario schierarsi al fianco delle vittime delle ingiustizie ambientali e climatiche, sforzandoci di porre fine all’insensata guerra alla nostra Casa comune, che è una guerra mondiale terribile. Esorto tutti voi a lavorare e pregare perché essa abbondi nuovamente di vita».

Trasformare i cuori, gli stili di vita e la politica

Per il Papa e tutte le donne e gli uomini di buona volontà che lo seguono e sostengono su questo grande tema, l’ecologia integrale resta il caposaldo dell’aggiornamento necessario e che sempre va perseguito con ogni energia e risorsa possibile.

«Trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche – propone il Papa – che governano le nostre società. Tornare a parlare di conversione ecologica e della necessità di non considerare più il creato come oggetto da sfruttare, ma realtà da custodire come dono sacro del Creatore».

Francesco insiste inoltre sulla necessità di «trasformare le politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani». Resta l’importanza della sinodalità e auspica «che in questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita».

Le iniziative della nostra diocesi: un lavoro di squadra

Anche la nostra diocesi si è preparata a celebrare questo mese, con una serie di attività e iniziative promosse da molteplici e diversi soggetti appartenenti al mondo cattolico e non, che hanno sentito l’esigenza di rispondere con una poliedricità di proposte all’appello di quest’anno di papa Francesco con il suo messaggio “Che scorrano giustizia e pace”. Trovate sul sito della diocesi sotto il coordinamento dell’ufficio per la pastorale sociale, il dettaglio dei vari appuntamenti.

Lasciamoci provocare, cambiare e cerchiamo in noi e nel dono dello Spirito il coraggio di cambiare davvero ed essere noi quegli artigiani di giustizia e pace ambientale e umana che fanno la differenza per la nostra vita, quella di tanti fratelli e sorelle e quella del nostro pianeta. 

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *