Da Mantegna a Rosso Fiorentino, un’indagine inedita nei capolavori dell’arte sacra

Nella mostra “Divine Creature”, progetto a cura di Adamo Antonacci con foto di Leonardo Baldini, proposto a Bergamo dall’ufficio per la pastorale delle persone con disabilità della diocesi con Fondazione Bernareggi, si ritrovano opere come il “Lamento sul Cristo morto” di Andrea Mantegna del 1475, “Angioino musicante” di Rosso Fiorentino del 1521, “Cristo e il Cireneo” di Tiziano Vecelio del 1560 circa, fino a “Il bacio di Giuda” di Giuseppe Montanari del 1918.

Sono tutti quadri famosi che, come spiega l’introduzione della mostra, “rappresentano capitoli della nostra vita religiosa, avvalendosi di fotomodelli portatori di handicap scelti all’interno di un percorso volto alla scoperta e valorizzazione del sacro nei centri che ospitano ragazzi disabili. Questi ultimi infatti molto spesso sono animati da un sentimento religioso vivissimo e perfettamente lucido, capace di risvegliare nella comunità forti emozioni: di riportare continuamente l’attenzione di tutti sul profondo significato del Cristo col suo amore incondizionato nei confronti dei bisognosi”.

“Troppo spesso la nostra società tende a cancellare gli ultimi”

Non è soltanto una mostra da osservare, ma un’esperienza composta da molte sfaccettature: fra esse occupa un posto importante anche la conoscenza del percorso compiuto per realizzarla, fatto di scoperta, di nuove consapevolezze, di persone che per una volta sono protagoniste, pronte a mostrarsi in una veste inedita, con un ruolo riconosciuto e apprezzato.

“Questa idea – prosegue l’introduzione alla mostra – ha quindi il fine di vivificare le coscienze e continuare a porre in prima linea l’attenzione verso i più deboli, ovvero coloro che risultano essenziali per un corretto sviluppo dell’umanità; del senso stesso – e più alto – di definirsi creature di Dio. Troppo spesso infatti la nostra società, coi suoi ritmi disumani, tende a cancellare gli ultimi e a far emergere solo ed esclusivamente i vincenti, nonostante il Cristo abbia dedicato la maggior parte delle sue attenzioni proprio ai più deboli”.

A Bergamo la mostra sarà accompagnata da laboratori per le scuole e visite guidate che, come spiega Cristina Borlotti, direttrice dell’ufficio diocesano per la pastorale delle persone con disabilità, “Vedranno i ragazzi del progetto “Le Vie del Sacro” accompagnati da coetanei con disabilità”. L’esposizione diventa così anche un’occasione per creare incontri e connessioni inedite sul territorio.