Le giovani vite di suor Laura: Rossella Petrellese, la sofferenza come via alla santità

È una vita segnata dalla malattia e dalla sofferenza quella di Rossella Petrellese, nata nel giorno di sabato santo nel 1972, morta nel 1994. La croce, il silenzio, l’attesa del mattino di Pasqua, sono elementi sempre presenti sempre nella sua vita tormentata e sofferente.

Attingiamo elementi della sua storia dalla selezione delle “vite fiorite” raccolte da Suor Laura Fontana e presentate sui suoi canali social, raccogliendo riflessioni e commenti. Suor Laura fa parte della congregazione delle Sacramentine, vive a Bergamo.

È anche un’insegnante e nel tempo ha realizzato con impegno la sua vocazione educativa: non solo dal vivo accanto ai ragazzi delle scuole ma anche nel mondo dei social network.

Ha vivaci profili social attraverso i quali offre quotidianamente agli “amici virtuali” spunti interessanti di riflessione, e raccoglie le reazioni e i commenti di chi legge come arricchimento per tutti. Ognuna delle sue “vite fiorite” porta scoperte interessanti che possono attecchire come semi nei cuori di chi legge. 

Gli elementi che seguono della vita di Giorgia Saulea sono stati ricavati dagli scritti di dom Mariano Grosso osb, autore di una biografia della serva di Dio edita da Velar.

«La giovane Rossella, la cui esistenza è un “microcosmo” del Mistero pasquale, ci insegna che la sofferenza può essere via alla santità. La Croce di Cristo sta al centro della sua vita, come sta al centro della storia della salvezza del mondo. La sua breve esistenza è come il Monte Sion, su cui si staglia la Croce.

Ha un duplice versante: l’uno non illuminato dal Sole per cui la sua anima si arrovella in un cieco pessimismo esistenziale in cui si sente vittima sacrificale e l’altro, splendente del Signore Risorto, che riscopre con gioia e stupore, sentendosi da Lui straordinariamente amata.  

Conquistata dall’Amore di Dio, scrive parole, con un linguaggio simile a quello dei mistici, offrendo luci preziose che soltanto un’innamorata di Dio può donare. Chi ha sofferto per tutta la vita e ha scoperto, con l’aiuto della grazia, il valore redentivo della sofferenza accettata per amore, può essere considerata maestra di vita spirituale, testimone credibile dell’amore di Cristo, spinta dal sublime desiderio di spendere la vita per la santificazione dei fratelli»

cfr. Mariano F. Grosso osb

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