Vacanze, natura, san Francesco e la capacità di meravigliarsi

Cara suor Chiara, sono in montagna. Dopo la pioggia il panorama che ho sotto gli occhi è straordinario. Mi è venuta voglia di riscrivere il Cantico di Frate Sole. Ma io non sono san Francesco. Un uomo moderno riesce ancora, secondo te, a lasciarsi incantare dalle cose che vede e considerarle fratelli e sorelle? Franca

Trascorrere qualche tempo in una località montana offre l’opportunità di contemplare l’opera stupenda della natura nel suo alternarsi dei ritmi e delle stagioni. Quello che tu hai visto, cara Franca, è un frammento di bellezza che apre allo stupore: uscire dal fragore e grigiore delle città e immettersi in un ambiente più a misura di persona, in cui la natura mantiene tutta le sue caratteristiche, è un dono prezioso che riconcilia con il mondo e dona pace al cuore.

IL LUSSO DI CONTEMPLARE

L’uomo moderno ha bisogno di ritornare a stupirsi di ciò che lo circonda, di non darlo per scontato, ma di accoglierlo come dono gratuito. Solo così può ricominciare a uscire da sé per guardare la realtà con occhi nuovi. Oppresso dalla frenesia del quotidiano, dai problemi da risolvere e dalle cose da fare, non può permettersi il lusso di fermarsi a gustare e contemplare “qualcosa di bello”, un paesaggio, un tramonto …, realtà così infinitamente semplici e alla portata di tutti. Occorre essere e diventare un po’ bambini! La meraviglia di fronte alla creazione può condurre poi all’origine da cui tutto proviene, a Colui che ne è l’artefice, il Creatore, l’Altissimo e onnipotente bon Signore. San Francesco cantore della creazione, afferma che dall’interno del mondo visibile tutte le creature portano “significazione” del loro Creatore, narrano la sua gloria, sono uno specchio tersissimo della sua bontà e della sua verità. Le creature sono anche segno e strumento del suo amore. Nel cantico di Frate sole racconta come ogni dono delle creature è in realtà dono del Creatore. Il sentimento di fraternità che lo stringe alle cose, si fonda sul senso vivissimo della paternità di Dio, che dà vita, bellezza e forza a tutte le creature; si alimenta nell’esperienza quotidiana, nella quale le creature sorelle parlano all’uomo del Padre comune e gli rinnovano i suoi doni. Percepire ogni creatura che canta l’inno della sua esistenza è vivere con gioia nell’amore di Dio e nella speranza.

DALLE CREATURE AL CREATORE

Le creature di questo mondo non possono essere considerate un bene senza proprietario: sono del Signore Amante della vita, e noi tutti formiamo una sola famiglia, una comunione che ci deve spingere a un rispetto sacro, amorevole e umile della creazione e dell’uomo, quale opera stupenda di Dio. Riscoprire la nostra vocazione alla fraternità è riappropriarsi del legame profondo che ci unisce al Creatore e a ogni realtà creata, la natura, le cose, i nostri fratelli e sorelle; è ritornare alla sorgente dalla quale proveniamo: il Padre di tutti. Più ci allontaniamo da questo principio, più dimentichiamo la nostra identità e vocazione e deturpiamo la natura e l’immagine dei nostri fratelli. Siamo stati posti in una sublime condizione, creati a immagine e somiglianza di Cristo, il Figlio diletto, e noi continuiamo ad allontanarci rinchiudendo il nostro sguardo solo su noi stessi. La storia ci narra continuamente la lontananza da questa fraternità universale e la chiusura del cuore all’altro, considerato non più fratello ma nemico. Occorre perpetuare un movimento di ritorno al cuore quale sorgente da cui scaturiscono sentimenti autentici di fratellanza, di apertura a una comunione universale fondata sulla compassione, sul perdono e sull’accoglienza dell’altro. Il degrado dell’ambiente è l’espressione della disarmonia dell’umanità quando si allontana da Dio. Tutto è collegato.

“LAUDATO SI’, MI SIGNORE, PER QUELLI KE PERDONANO PER LO TUO AMORE”

Non è un caso che nel cantico in cui Francesco loda Dio per la creazione, aggiunga anche: “Laudato si , mi Signore, per quelli Ke perdonano per lo tuo amore e sostengono infirmitate e tribolazione. Beati quelli Ke lo sosterranno in pace, Ka da Te Altissimo, sirano incoronati”. Il perdono, la riconciliazione, la capacità di portare le situazioni difficili, sono realtà da vivere per ri-creare il nuovo rapporto con sé stessi, con la creazione, con i fratelli e poter vivere con perfetta letizia l’avventura della vita e la nostra vocazione fraterna. Tutti siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio, legati dall’amore che Dio ha per ciascuna delle sue creature e che ci unisce anche tra noi, con tenero affetto, a fratello sole, a sorella luna, a fratello fiume e a quelli vicini e lontani che il Signore ci ha posto accanto …