A carnevale ogni scherzo vale. Ma solo a carnevale

Carnevale. Sta tracimando da tutte le parti. Quando un fenomeno è così invasivo si può giurare che non si tratta soltanto di un innocuo passatempo. Abbiamo a che fare, infatti, con quegli eventi di carattere simbolico che dicono molto, ma di straforo, alludendo. Per questo, nel carnevale trionfano i simboli.

Un breve periodo di sregolatezza

Intanto, è l’insieme del fenomeno che è interessante. “A carnevale ogni scherzo vale”. Ma per quale ragione si sente la voglia di una scherzo generalizzato? Perché non si scherza mai e, non scherzando mai, ci si concentra sul carnevale. Lì, almeno, ogni scherzo vale. Il che rimanda ad alcune caratteristiche della nostra società, che si possono sintetizzare con una domanda: fino a che punto siamo veramente liberi? Liberi lo siamo, certo, ma in ambiti ben definiti e soprattutto a casa nostra. Basta uscire di casa e siamo imbrigliati in una fitta rete di cose da fare e di cose da non fare, di abitudini e di regole. Per cui diventa uno sfogo necessario un periodo, seppure limitato, di sregolatezza.

Lo sberleffo della maschera

E poi come mai a carnevale ci si traveste, si mette una maschera? Gli psicologi, probabilmente, hanno molto da dire al riguardo. A me, pare, nel mio piccolo,  che anche la maschera rientra in quell’universo di imposizioni dal quale ci si vuole liberare, con gli scherzi. Ci si vuole liberare anche assumendo un’immagine diversa dalla nostra di tutti i giorni. Quasi un sberleffo fatto all’intera società. Mi imponete di fare l’impiegato modello e io mi travesto da monello. Devo essere il ragazzino per bene che studia e io faccio il Pinocchio.

Come tutti gli eventi simbolici anche il carnevale “gioca”  i suoi simboli con la realtà ruvida alla quale poi si ritorna. I sogni di una sconfinata libertà sono necessari. Ma non si vive indefinitamente di sogni. Dopo il carnevale, la quaresima. Dopo le maschere, la cenere.