Arte al limite

«Noi portiamo il fuoco» è il tema dell’incontro filosofico in programma per domani sera alle 21 ad Albino al Convento della Ripa nell’ambito del Festival «In necessità virtù». Partecipano Adriano Pessina, docente di filosofia morale alla facoltà di scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, direttore del Centro di ateneo di bioetica e membro del consiglio direttivo della Pontificia Accademia per la vita; e Rocco Ronchi, docente di filosofia teoretica all’Università dell’Aquila e docente di arti visive alla Bocconi di Milano, membro emerito del comitato scientifico Sartriana e del Centro Studi palea – Seminario permanente di Psicanalisi e Scienze Sociali.

Il tema attorno al quale sono chiamati a dibattere è quello della condizione di necessità. Adriano Pessina affronterà il tema «Agli estremi della debolezza: del nascere e del morire», su questioni di bioetica; «Agli estremi della forza: del mito di Prometeo» è invece il titolo della relazione di Rocco Ronchi, incentrata sulla figura di Prometeo, eroe mitologico che incarna la sfida dell’uomo e dei suoi limiti alla divinità. L’incontro si svolgerà all’interno del quattrocentesco Convento della Ripa, ad Albino, sede di Diaforà, Centro di studi, ricerca e formazione sulla differenza.Il festival continua il 7 dicembre alle 18,30 all’Auditorium di piazza della Libertà a Bergamo con la presentazione del libro «La zattera di nessuno, diario di una danzatrice tra abilità e disabilità» di Piera Principe.

L’autrice, costretta a confrontarsi con la “disabilità” e con i limiti del corpo dopo un incidente d’auto nel 1985, ha creato il metodo di danza terapia “la memoria poetica del corpo” e il laboratorio permanente per viaggiatori abili e disabili: la Zattera di nessuno. Il suo libro accompagna a scoprire questa esperienza personalissima. Scrive nell’introduzione Marco Baliani: «La “memoria del corpo” è il logo con cui Piera sintetizza il suo percorso, da quando, stando seduta su una sedia, dopo un anno di sofferenze ospedaliere, ha ricominciato a muoversi, pezzo dopo pezzo, ricordando al suo corpo un “prima” ormai non più raggiungibile, ma proprio per questo, nello sforzo immaginativo della memoria, capace di nuove costruzioni di segni. E così Piera è tornata a “danzare”, metto tra virgolette il verbo perché a vederla muoversi nei suoi a solo o nei lavori con Raffaella Giordano (uno fra tutti Quore, dove la sua presenza era magnetica anche nelle stasi) si assiste a una ricomposizione magica della struttura ossea e muscolare, si intuisce cioè che quei movimenti provengono da una mancanza, sono frutto di una assenza, come rischiassero sempre di precipitare nel vuoto, e però allo stesso tempo “danzano”, fluidamente nel loro spezzarsi». Sempre il 7 dicembre, ma alle 21,30 all’Auditorium sarà presentato un video sul Progetto Esodo, servizio di educativa di strada per persone, italiane e straniere, che si trovano in una condizione di emarginazione e nella maggior parte dei casi senza fissa dimora. Per informazioni: www.invfestival.it.