Bergamaschi fuori

«Ogni settimana passano da noi almeno dieci giovani bergamaschi pronti a emigrare all’estero per trovare un’opportunità di lavoro, e ci chiedono aiuto»: non è un segnale da poco quello raccolto dall’Ente Bergamaschi nel mondo, presieduto da Carlo Personeni e diretto da Massimo Fabretti. «Oggi la nostra – sottolinea Personeni – è la prima associazione in Lombardia per numero di iscritti: sono 41 mila e continuano a crescere. Solo in città sono 6.200 e oltre 1400 sono partiti soltanto nel 2013».

Sono numeri sottostimati: «Non tutti – continua Personeni – si iscrivono all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, e non tutti si mettono in contatto con noi».

L’Ente è stato costituito nel 1967 da Camera di Commercio e Banca Popolare di Bergamo per assistere gli emigranti bergamaschi, e nel tempo è cresciuto molto: «Questa lunga crisi economica – sottolinea Fabretti – fa sì che continui ad aumentare il numero delle persone che cercano un posto di lavoro in qualunque direzione. Se gli emigranti bergamaschi negli anni Sessanta se ne andavano principalmente in Svizzera, in Francia e in Belgio, per svolgere lavori legati all’edilizia oppure come boscaioli, adesso gli orizzonti sono molto più ampi».

«Certo – aggiunge Personeni -, come spesso si legge, è vero che siamo passati dalla valigia di cartone di una volta alla ventiquattrore di oggi, le persone che emigrano hanno un maggiore livello di istruzione e partono da situazioni complessivamente migliori rispetto al passato. Ciò che accomuna i migranti di ieri e di oggi è comunque il senso di appartenenza che conservano per la loro terra di origine, e il legame che mantengono con la nostra associazione lo testimonia».

In partenza soprattutto giovani tra i 25 e i quarant’anni, molti dei quali laureati. Sono diverse le mete: oggi molti partono per “Paesi emergenti” come la Cina, il Brasile o l’Australia. «Per quanto ci è possibile – sottolinea Fabretti – noi li appoggiamo, li aiutiamo, cerchiamo di creare condizioni favorevoli perché trovino lavoro». L’Ente bergamaschi nel mondo ha dato vita a una rete molto forte legata ai 34 circoli presenti in molti Paesi del mondo e ai missionari della nostra diocesi.

A Londra, per esempio, c’è un circolo di bergamaschi molto attivo e giovane (l’età media è inferiore a cinquant’anni): «Il presidente in molti casi è riuscito a trovare ai giovani in partenza qualche posto temporaneo dove stare e una prima occupazione. Molti ragazzi, anche se laureati, all’inizio sono pronti ad adattarsi a qualsiasi mansione: fanno i camerieri, le consegne a domicilio. Una volta lì, poi, cerchiamo di aiutarli a trovare una collocazione adatta al loro profilo, se è possibile. Anche in Brasile le cose stanno andando abbastanza bene. Qualunque sia la destinazione, la flessibilità e la capacità di adattamento che i nostri giovani emigranti dimostrano è ammirevole».

L’Ente bergamaschi nel mondo da qui fa un lavoro di rete, crea i contatti giusti, cerca di dare una mano. «Ci sentiamo sempre di più in prima linea – sottolinea Fabretti -. Dobbiamo ringraziare le istituzioni, il comune, la provincia, perché ci stanno molto vicini. È una vicinanza che dura nel tempo, indipendentemente dai colori politici. Tutti sono consapevoli che Bergamo è stata in passato e continua ad essere una terra di emigrazione».

«Il bello del lavoro dell’ente – sottolinea Carlo Personeni – sono i rapporti umani». «Ognuno ha una storia – conclude Fabretti – fatta di successi, sofferenze e sacrifici, e da ognuno ho imparato qualcosa». L’Ente bergamaschi nel mondo ha sede in via Bianzana 3, telefono 035340066, mail Info@bergamaschinelmondo.it.