Venne un uomo

«Venne un uomo mandato da Dio. Il suo nome era Giovanni»: monsignor Marco Frisina, uno dei più noti e apprezzati compositori di musica sacra contemporanea, ha scritto un nuovo oratorio in vista della canonizzazione di Papa Giovanni XXIII. La prima mondiale di quest’opera, promossa dalla Fondazione Papa Giovanni XXIII e dalla diocesi di Bergamo, è in programma in città all’auditorium del Seminario Vescovile il 22 febbraio, grazie al sostegno e alla collaborazione della Fondazione Mia e della Fondazione Credito Bergamasco. Ci sarà poi una replica a Roma, dopo la canonizzazione, il 17 maggio, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Protagonisti di entrambe le esecuzioni saranno i giovani orchestrali e coristi del Conservatorio cittadino Gaetano Donizetti. La preparazione dei musicisti si potrà seguire in “real time” con alcuni collegamenti speciali sul web dal sito della Fondazione Papa Giovanni e dal sito della diocesi.

A Bergamo sono previste due serate: alla prima, la «prova generale» sono state invitate le persone coinvolte nell’ambito della musica sacra nella nostra diocesi come i direttori delle corali e gli organisti.

«L’esecuzione dell’oratorio – ha commentato monsignor Giulio Della Vite – rappresenta l’inizio del percorso di avvicinamento alla canonizzazione. Non è solo una serata ma fa partire la riflessione, la preparazione a un evento che avrà, ci auguriamo, una ricaduta forte e concreta sulla vita delle nostre comunità».

«Il testo e le musiche di questo oratorio – sottolinea il direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII don Ezio Bolis – mettono in evidenza alcuni tratti della figura umana e spirituale di Papa Giovanni a partire dai suoi scritti e dal temperamento che milioni di persone, credenti e non credenti, hanno conosciuto e apprezzato». Il linguaggio di monsignor Frisina, aggiunge don Bolis, «è molto diretto e immediato e particolarmente adatto a parlare di Giovanni XXIII anche a un pubblico giovane. Il linguaggio della musica tocca corde che altri linguaggi non raggiungono. Fra l’altro alcune parti di questo oratorio potranno entrare a far parte della musica usata per la liturgia».

Questo oratorio è il frutto di mesi di lavoro. «Siamo partiti la scorsa estate» osserva don Bolis. Il testo è stato curato dalla Fondazione. La prima parte, prosegue don Bolis, «si concentra sul dialogo tra Gesù e Pietro “Mi ami tu?”. Il Papa è successore di Pietro e questo sfondo evangelico diventa la chiave per capire come Angelo Roncalli ha scelto il nome di Giovanni e poi ha svolto questo ministero. Nella seconda parte si parla della dedizione di Papa Giovanni alla Chiesa, e in essa si inserisce una delle preghiere mariane da lui più amate, «Ave Mundi Spes» una preghiera molto dolce, la cui musica risulterà sicuramente efficace. Nella terza parte il tema centrale è l’amore che nasce dall’umiltà, tema molto caro al papa bergamasco. Attraverso la forma dell’oratorio abbiamo voluto presentare il nutrimento di cui ha fatto uso Papa Giovanni, i testi le preghiere che gli erano care, alcuni passaggi del giornale dell’anima, alcuni passi importanti dei suoi discorsi. Tutto in maniera molto leggera ma seria. Unire il rigore scientifico alla bellezza dell’arte è stata la prima sfida di questo oratorio».

Il maestro Frisina si era già cimentato con Papa Giovanni ma in un’opera minore, che non aveva la complessità ed estensione di questo oratorio. Si tratta dunque di un’iniziativa del tutto originale. «C’è entusiasmo ed emozione tra i docenti e gli studenti coinvolti, che sono molti – osserva Emanuele Beschi, direttore del Conservatorio cittadino -. L’oratorio è una forma particolarissima usata nella storia della musica. Monsignor Frisina ha detto che è una forma che va rivalutata, anche se un po’ dimenticata dai compositori contemporanei, e io non posso che essere d’accordo con lui. Anche se è una musica dall’impatto immediato e apparentemente semplice, si tratta in realtà di una partitura complessa, che gli allievi dell’istituto sono già impegnati a imparare e a provare. Per la nostra città è un’occasione rara e unica, ed è una bellissima sfida per questi ragazzi». L’ingresso è gratuito, ma è necessario prenotarsi sul sito www.congressibergamo.com o sul sito della diocesi www.diocesibg.it e della Fondazione Papa Giovanni.