La forza del perdono

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra.., (Vedi Vangelo di Matteo 5, 38-48). Per leggere i testi liturgici di domenica 23  febbraio, settima domenica del tempo ordinario, clicca qui.

«Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente». È la cosiddetta legge del taglione. Bisogna ricordare che la legge era diffusa abbondantemente nel Medio Oriente. Il codice di Hammurabi, che risale a quasi 1800 anni prima di Cristo, dice: «Se uno schiaccia un occhio a un altro, il suo occhio sarà schiacciato». In genere noi giudichiamo negativamente, come qualcosa di barbaro, la legge del taglione. In realtà, essa ha il merito di mettere una regola minima alla violenza: la vendetta deve essere equilibrata.

DALLA VIOLENZA SFRENATA AL PERDONO DEL NEMICO

Anche la bibbia conosce il problema di come arginare la violenza. Il libro della Genesi racconta di un truce personaggio primitivo, Lamech: «Lamech disse alle mogli: Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamech, porgete l’orecchio al mio dire: Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino ma Lamech settantasette» (Genesi 4, 23s). Per cui, proprio per contrastare lo strapotere della violenza, anche nella bibbia viene accettato il principio, noto da molto tempo nei popoli vicini, della legge del taglione: «Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all’altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatta all’altro» (Levitico 24, 19s). La legge del taglione rappresenta una regolamentazione della violenza rispetto alla sregolatezza dell’antica violenza di Lamech. Ma la bibbia va oltre la legge del taglione e invita il giusto a non vendicarsi e ad affidarsi a Dio. È quello che dice la prima lettura della messa di oggi. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore (Levitico 19, 17-18).

Va notato che il prossimo nel Vecchio Testamento è prevalentemente colui con il quale si vive, l’ebreo. I nemici che non fanno parte di Israele non solo non vanno amati, ma vanno odiati. Clamoroso il caso del salmo 137. Gli ebrei che sono stati portati esuli a Babilonia pregano così: «Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto. Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la pietra». Su questa tradizione – dove pure qualche timido segno di apertura talvolta appare – irrompe Gesù: «Amate i vostri nemici», dice: è il punto più alto della legge evangelica.

Si passa così dalla sproporzione della violenza (Lamech), all’equilibrio della legge del taglione, alla sproporzione del perdono del nemico.

ESSERE E FARE COME IL PADRE CELESTE

Gesù riassume tutto questo dicendo: Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Qui dunque sta il massimo della perfezione: imitare la misericordia assoluta di Dio Padre. Luca ha reso questa stessa frase così: «Siate misericordiosi, come misericordioso è il Padre vostro» (Luca 6, 36).

Davvero chi accoglie di seguire Gesù si impegna in un’impresa entusiasmante: saper guardare al Padre celeste, tendere a fare come lui. Il Padre dei cieli fa arrivare il suo sole ovunque, anche sui malvagi. Il cristiano che sa perdonare riesce a dare l’idea dell’aspetto paradossale dell’amore di Dio: un amore così grande che non esclude nessuno.

LA STRAORDINARIA UTOPIA

In noi sonnecchia, tenace, lo spirito di Lamech e quello della legge del taglione. «Te la faccio pagare». Ci è spontaneo il desiderio di vendetta. Il perdono è difficile. Proprio per questo va detto che esso è segno di una grande forza d’animo. Chi si vendica, in fondo, è debole: fa quello che l’istinto gli suggerisce. Chi perdona va oltre l’istinto e pone un gesto di una straordinaria forza: perdona chi gli ha fatto del male.

René Girard ha fatto notare: «Se tutti offrissero l’altra guancia, nessuno colpirebbe. Se tutti amassero i nemici, non ci sarebbe più nessun nemico». Quando i cristiani sono capaci dei gesti più impegnativi, diventano degli straordinari profeti.