Carissimi preti novelli. Il signore vi doni la sua pace

Carissimi, preti novelli, il Signore vi doni la sua pace. Ci stringiamo attorno a voi, per ringraziare il Signore Donatore sommo, del dono che pone nelle vostre vite, per dirvi il nostro affetto riconoscente e grato, per aver creduto e accolto l’Amore di Dio per voi: un amore, il suo, totalmente gratuito, che vi ha scelto e chiamato perché a Lui è piaciuto così. Crediamo che la gioia e lo stupore per quanto il Signore vi dona, abitino il vostro cuore e la vostra mente e si effondano in lode e gratitudine.

INNAMORATI DI DIO

Vogliamo unirci anche noi ai tanti fratelli e sorelle, che in questi giorni vi stanno accompagnando, per esprimere il nostro semplice augurio: Siate sacerdoti “innamorati” di Dio: lo si veda dai vostri occhi e dai vostri sorrisi, dalle parole e dai silenzi, dal rimanere e dall’andare, dall’essere profondamente uomini veri, amanti di Lui e dei fratelli; dal tempo che saprete dedicare a Lui nella preghiera, nell’ascolto della parola, in una vita di relazione e di intimità con il “vostro” Dio che nulla potrà togliere al servizio e alla Chiesa. Un amore radicato nel mistero pasquale di Cristo, sorgente della vostra vocazione e missione, non affidato al sentimento del momento o ai riconoscimenti che il servizio o le persone vi potranno offrire. L’amore che avete conosciuto e creduto vi renda conformi a Cristo: fate della vostra vita un dono che si consuma amando e si spezza nei solchi della nostra umanità! Sia lui la vostra unica ricchezza a sufficienza perché l’amore basta a tutto, è l’unico Bene che dura per sempre. Non cercatelo altrove: vincete le suggestioni del mondo, del successo, dell’esteriorità, degli affetti, del potere, della ricchezza che possono intralciare il vostro cammino. Siate veramente uomini poveri! Non perché è la moda del momento, ma perché è la via evangelica che Cristo ha scelto per sé e per suoi.

AMANTI DELLA CHIESA

Siate sacerdoti amanti della Chiesa. Si, che amano la Chiesa che vi ha generati e che vi ha riconosciuti, chiamati da Dio a un servizio tanto grande! Non è scontato. Amare la Chiesa che siete voi, i vostri superiori, il popolo di Dio che vi sarà affidato, le vocazioni che la compongono e l’arricchiscono. Amarla quando risplende e quando è segnata dalla fragilità e dal peccato. È la vostra sposa, è legata a voi con un vincolo indissolubile. Vi è stata affidata per renderla bella con la vostra presenza e testimonianza, con il vostro senso di appartenenza, con la vostra passione per Cristo e il suo vangelo. Amarla è vivere in essa una esperienza vera e autentica di fraternità sacerdotale, di amicizia e condivisione fra voi e con tutto il presbiterio diocesano. Un’ amicizia che diviene sostegno nella fatica e nella debolezza, condivisione dei doni e dei servizi, che si fa ascolto, confronto, dialogo, che diviene umile obbedienza, vince la tentazione dell’individualismo, dell’essere un po’ “solitari” annunciatori di Cristo. Amarla per vivere un’esperienza profonda e reale di comunione e offrire una testimonianza credibile di unità, perché il mondo creda in Colui che vi ha scelti e mandati.

INNAMORATI DELL’UMANITÀ

Siate sacerdoti amanti dell’umanità. Dell’umanità che siete voi, fragili uomini che condividono le debolezze e i peccati della propria generazione, che ogni giorno sperimentano lo scarto tra il dono e la risposta, ma che si sentono profondamente amati da Dio. Uomini capaci di ospitare l’umano che è in voi, per essere accoglienti dell’umanità fragile e sofferente dei fratelli; che non presumono di sé, ma sanno affidarsi e fidarsi. Uomini che si sentono in cammino dentro una dinamica di crescita e maturità, di fiducia nelle proprie e altrui possibilità, perché abitati dalla grazia e dalla promessa fedele di un Amore che mai viene meno. Abbracciati dalla misericordia ricevuta e restituita, camminate nella storia in compagnia degli uomini e delle donne, indicando l’orizzonte della vita in pienezza che la Pasqua di Cristo ha donato, facendovi dispensatori della salvezza scaturita dal sangue di Cristo. Siete nel mondo, ma non del mondo: il vostro amore agli uomini, i vostri atteggiamenti e le vostre scelte siano segno di contraddizione, sorgente di una nuova umanizzazione, portatrici di speranza, di una vita riconciliata nell’amore, cifra di una esistenza che osa annunciare la credibilità del vangelo. Sì, carissimi, «voi avete creduto e riconosciuto l’amore che Dio ha per voi»! Noi lo vediamo in voi già fin d’ora e vi ringraziamo. Vi accompagniamo con la preghiera perché il Signore continui a custodirvi e porti a compimento l’opera del suo amore in voi, perché raccontate con la vostra esistenza che è bello appartenere al Signore e fidarsi delle sue promesse. Il Signore sia con voi sempre e faccia che voi siate sempre con Lui.