Preti novelli: “Andate per le strade del mondo, custodite nel cuore l’umiltà”

«Siete fragili come ogni persona, eppure il Signore vi dà la sua fiducia per andare per le strade del mondo, per le strade della vita e verso tutti i popoli, per affascinarli al Vangelo. Custodite sempre nel vostro cuore l’umiltà, che è una virtù fondamentale, anche se oggi non è più di moda». Queste le parole rivolte dal vescovo Francesco Beschi, sabato pomeriggio 25 maggio in Cattedrale, nell’omelia dell’ordinazione sacerdotale di tre diaconi: Nicolò Bonfanti, 25 anni, e Matteo Cortinovis, 25 anni, entrambi di Pedrengo; don Davide Rovaris, 26 anni, di Villa di Serio». 

Dopo le letture, l’omelia del vescovo. «Come immagine comune della vostra ordinazione — ha esordito monsignor Beschi — avete scelto il mosaico di un grande artista, Trento Longaretti, posto su una parete esterna del Seminario. Rappresenta la processione dei Santi della Chiesa di Bergamo. Con questo avete voluto sottolineare la vostra appartenenza alla Chiesa di Bergamo che vi ha generati. È l’appartenenza a una comunità generativa, rappresentata in maniera luminosa dai Santi, ma anche dalle vostre famiglie, parrocchie, sacerdoti e Seminario che vi hanno accompagnato. L’immagine inoltre rappresenta un corteo che esce da una porta, che è la missione della Chiesa, che esce dal tempio per andare per le strade del mondo e della vita». Il vescovo ha poi ricordato la frase scelta dai tre giovani per l’immagine: «Perché stessero con Lui». «È un’espressione forte. Voi siete dei mandati. Infatti Cristo ha chiamato gli apostoli perché stessero con Lui».

Il vescovo ha poi citato la frase personale che ogni ordinando ha apposto sulla propria immaginetta. Don Nicolò ha scelto: «Li amò sino alla fine». Don Matteo: «È il Signore». Don Davide: «Ma di’ soltanto una parola», frase detta dal centurione a Cristo. «Tutte queste espressioni rivelano una fiducia, un destino verso una intimità, un desiderio di una relazione personalissima con il Signore, che sono condizioni da alimentare costantemente. Questa intimità con il Signore è fondamentale per ogni presbitero, ma anche per ogni credente».

Monsignor Beschi ha ricordato ai tre ordinandi che su questa relazione soffierà spesso il senso dell’incertezza e del dubbio, che derivano dalla fragilità umana. «La prova del dubbio l’ebbero anche gli undici Apostoli sul monte, nonostante vedessero Gesù Cristo. Come superarli? Non basta il nostro impegno. Sono necessarie la Messa, la preghiera e l’ascesi, la celebrazione eucaristica, ma soprattutto è necessaria la fiducia che il Signore ha in voi. Noi possiamo dubitare anche di Dio, ma siamo sempre sorpresi che Gesù Cristo non dubita mai di noi. E questo vale anche per ogni credente».

Dopo aver sottolineato che la gente «esprime fiducia nei sacerdoti, che è una realtà che tocco con mano durante questi anni del mio pellegrinaggio pastorale», monsignor Beschi ha ricordato ai tre giovani le parole di Papa Francesco sulla necessità dell’umiltà, che fa custodire ogni dono, anche quello del sacerdozio. «Il Papa ripete che l’orgoglio e la superbia gonfiano l’uomo, perché dimentica i suoi limiti. Beate le persone che custodiscono l’umiltà nel loro cuore. Carissimi — ha concluso il vescovo —, pensate all’umiltà di Maria, piccola donna ma con una forza incredibile. Dove non c’è umiltà ci sono guerre, discordie, divisioni».

Il rito è poi proseguito nei suoi diversi momenti, fino i gesti dell’ordinazione sacerdotale dei tre giovani, fra il caloroso applauso dei presenti. Prima della benedizione, il vescovo ha ringraziato i tre preti novelli per aver risposto con generosità alla chiamata del Signore. Un grazie esteso alle famiglie, alle parrocchie, al Seminario e a tutti coloro che continueranno a pregare per loro.

Numerosi i sacerdoti concelebranti, fra cui il vicario generale monsignor Davide Pelucchi. Presenti molto commossi i famigliari dei tre giovani e gli amici. Poche ore dopo l’ordinazione, i tre preti novelli hanno fatto l’ingresso nelle parrocchie di origine accolti con feste calorose.