Don Nicola Brevi: la gioia di essere a servizio degli altri

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date… (Mt 10.8)

Credo che la frase che ogni novello sceglie per accompagnare la propria ordinazione sacerdotale, e con essa il proprio cammino, possa già essere la traccia del racconto di una vita.
Una vita quella di don Nicola Brevi, di Carvico, essenzialmente riconoscente.
Riconoscente per quanto ricevuto e per quanto ancora ha da ricevere. Riconoscente perché si rende conto che tutto quanto è segno di una grazia che non può che essere rigiocata nel dono di sé.

DON NICOLA
Nicola ha 28 anni ed è di Carvico. Diplomato al liceo classico Paolo Sarpi di Bergamo sceglie di intraprendere il cammino universitario studiando Scienze giuridiche all’Università degli Studi di Milano, dove si laurea nel 2008. Sono questi gli anni in cui è anche soccorritore della Croce Rossa Italiana, sperimentando, in altre forme ma ancora una volta, la gioia, tante volte assaporata in oratorio, del prendersi cura del prossimo.
Inizia il cammino nel Seminario di Bergamo nel 2006 prima presso la Comunità della Scuola Vocazioni Giovanili e poi presso la Comunità di Teologia. Sperimenta il dono di sé nelle comunità dove, nel corso degli studi, viene mandato: le parrocchie dell’Alta Valle Brembana, Celadina, Sabbio di Dalmine…

Una vocazione nata dall’incontro profondo con Cristo. Racconta lo stesso don Nicola che tutto è cominciato da una messa: “Il 14 febbraio 2006 mi trovavo a Carvico per studiare in vista degli esami universitari. Da quella mattina, su proposta degli animatori del Gruppo Samuele, cominciai a partecipare alla Messa delle 7,30. E non smisi più. Ricordo bene quel giorno e l’ho riguardato in questi anni come uno di quelli in cui il Signore ti tocca nel profondo. Quella celebrazione, una fra le tante, risuonava per me come l’invito a chiedermi: prete, perché no? Di lì a pochi mesi, il primo ottobre, avrei iniziato il cammino in Seminario.”

Una vocazione che è un cammino, che raggiunge solo una tappa del viaggio, ancora da compiersi: “Quando molti mi chiedono se sono pronto, rispondo no: un vero regalo non lo ricevi perché sei pronto, ma perché qualcuno ti vuole bene e tu sai accogliere con libertà il suo dono. In questi anni riconosco di avere fatto tanta buona strada, eppure il culmine del cammino lo sento veramente come un nuovo inizio”.

UNA VITA PER E CON LA COMUNITA’
Camminando per le vie del paese è impossibile non cogliere l’attesa. “I parrocchiani considerano questo evento come un grande dono del Signore alla nostra comunità, una benedizione per tutti” sottolinea don Galdino, il parroco. Una comunità che attende di stringersi attorno al nuovo sacerdote, con amore e riconoscenza.
Riconoscenza perché don Nicola ha da sempre vissuto la comunità parrocchiale, spendendosi per essa con tutta la sua persona. Energie spese per la comunità nella catechesi, nei cre, nei campi scuola, nel servizio fedele alla Messa.
Una comunità che da sempre gli è stata vicina, sin dall’inizio del cammino in Seminario, accompagnato da alcuni amici di Carvico: “Mi piace ricordare che allora mi regalaste delle lenzuola: ancora oggi sono per me segno della familiarità respirata e condivisa a Carvico”, ricorda ancora don Nicola.
Una comunità che sono in primis mamma Rosangela, papà Claudio e la sorella Silvia che con Nicola hanno maturato e compreso, dopo lo scossone iniziale, una scelta tanto grande vivendo insieme a lui la sua gioia. “Sono contento perché mio figlio, al quale non mancherà mai l’affetto dei genitori, avrà anche l’amore di tante altre persone a lui vicine, ma soprattutto sono contento perché, nella scelta del sacerdozio, si manifesta in lui la più profonda Fede nel Signore”, sottolinea papà Claudio, mentre la sorella Silvia riconosce come il cammino di Nicola sia stato anche l’occasione per costruire un rapporto più intenso tra di loro: “Negli anni siamo cambiati e maturati ed ho riscoperto la bellezza e l’unicità del rapporto fratello-sorella. Inutile ricordare tutti i milioni di battibecchi che hanno contraddistinto la nostra infanzia, i dispetti, le sue provocazioni e le mie reazioni, ogni tanto poco opportune: esattamente l’opposto rispetto alle lunghe chiacchierate di oggi nei pochi momenti che riusciamo a ritagliarci. Sono molto contenta del rapporto che abbiamo costruito e per questo sono molto grata”.
Una comunità che si incarna nelle persone consacrate che sono state da esempio a don Nicola lungo il cammino. Le suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù, che ancora ricordano “i bei momenti trascorsi in sua compagnia quando tornando dal seminario ci veniva a trovare. Portiamo nel cuore la discrezione e la timidezza con cui si sei presentato a noi in punta di piedi e ringraziamo il Signore per aver trasformato tutto questo in amicizia profonda, vera e sincera. Ricordiamo con affetto le nostre lunghe e animate chiacchierate alternate da gioiose risate e intervallate da morbide caramelle che servivano a raddolcire le nostre conversazioni e a renderle meno impegnative”. Don Giuseppe, attuale curato dell’oratorio, che ne sottolinea il carattere onesto e schietto, sin dai primi istanti quando, mostrando l’Oratorio e le attività, gli presentava con entusiasmo le attività estive da poco trascorse senza nascondere però gli aspetti meno positivi, e la straordinaria capacità di trovare il tempo per pregare: “Dopo la Messa delle 7:30, prima del Cre rimaneva più di mezz’ora in Chiesa per celebrare le lodi e fare la meditazione quotidiana, e non c’erano ragioni di forza maggiore che lo facessero desistere dall’appuntamento con Gesù. Poi andava a casa a cambiarsi e di corsa veniva al Cre per stare in mezzo ai ragazzi, tutta la giornata. E’ importante saper riservare ogni giorno un momento di dialogo con il Signore: per noi preti è indispensabile, altrimenti tutto quello che facciamo perde di senso”. Sacerdoti che sono stati amici e consiglieri durate la scelta sacerdotale e il cammino in seminario come don Matteo e don Mario Balicco.
Una comunità fatta di amici, i ragazzi e gli educatori dell’oratorio, compagni di viaggio nelle tante esperienze che hanno reso Nicola quello che è e che hanno, forse, contribuito al riconoscimento di una chiamata tanto importante. “Ricordiamo con affetto e tenerezza i campi scuola trascorsi insieme, il suo impegno e amore per la comunità sono sempre stati un esempio per tutti noi. Non possiamo scordare la dedizione e la vicinanza che ha sempre dimostrato per le famiglie, ascoltandole e condividendone gioie e difficoltà come un buon pastore. È una persona di valore che conosce il dono della gratitudine e della generosità”, “Sempre presente, disponibile all’ascolto, al dialogo, condivide ancor oggi i nostri momenti di gioia e di tristezza, nonostante le strade si siano separate, possiamo sempre contare su di lui”, ricordano alcuni di loro.

“Il paradosso per cui una vita donata è l’unica che ha senso e la scoperta, gradualmente maturata, di farlo non perché sei particolarmente buono o meritevole, ma perché Dio ti ha donato la vita attraverso uomini e donne che si sono presi cura di te, mi commuove moltissimo. Nel biglietto d’invito e nel gratuitamente avete ricevuto… ho provato a dire proprio questo: non c’è proporzione fra l’offerta di Dio Padre in Gesù, mediata nei volti delle storie che hanno reso la mia vita degna di essere vissuta con fede, e la Sua chiamata a servirlo da prete nella Chiesa”
Don Nicola Brevi