Lo Spirito al femminile

Cara suor Chiara, sta per arrivare la festa della Pentecoste. Sono catechista. Mi hanno spiegato che il termine ebraico Ruah, “spirito”, è di genere femminile. A lei, donna e monaca, che cosa suggerisce questa sorprendente natura femminile dello Spirito Santo?
Lucia

RUAH, LO SPIRITO

Vento, soffio, aria, alito sono, cara Lucia, alcuni dei significati più conosciuti del termine Ruah. Nel racconto della creazione si legge: “Lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque”(Gen. 1,2) e “il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”(Gen. 2,7). Le immagini riferite evidenziano bene la caratteristica vitale e generativa dello Spirito Santo: è Lui, infatti, che feconda la terra ed essa produce frutto; scende sulle ossa inaridite ed esse riprendono vigore; copre, con la sua ombra, la giovane di Nazareth e il suo grembo verginale diviene gravido di vita; effuso dal Cristo morente in croce, genera la Chiesa. Lo Spirito di Dio, amore del Padre e del Figlio, crea vita e accresce la comunione, rende nuove tutte le cose, concepisce in noi l’immagine di Cristo e aiuta a renderlo visibile ai fratelli attraverso le opere sante, dispiega alla fecondità e alla maternità che caratterizzano il mio essere donna e donna consacrata.

Da questo desiderio e da questo bisogno che comune a ogni donna, nessuna può abdicare, tanto meno la persona consacrata! La chiamata alla vita e ad un esistenza “feconda”, è un segno evidente che la nostra umanità è creata a immagine e somiglianza di Dio, uno e trino e che solo corrispondendo a tale vocazione possiamo vivere in pienezza.

«FIGLIA E ANCELLA DELL’ALTISSIMO SOMMO RE»

Scrivendo a Chiara e alle sue prime sorelle, il nostro padre san Francesco evidenzia molto bene che ciascuna di esse «è stata resa, per divina ispirazione, figlia e ancella dell’altissimo sommo Re, il Padre celeste, sposa dello Spirito Santo, poiché ha scelto di vivere secondo la perfezione del santo Vangelo» (cfr. Fonti Francescane 140). A coloro che accolgono lo Spirito del Signore Francesco scrive: «Riposerà su di essi lo Spirito del Signore, ed egli ne farà sua abitazione e dimora. E saranno figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo» (Fonti Francescane 200).

Le parole del poverello ci ricordano che ogni cristiano, divenuto in virtù del Battesimo dimora dell’intera Trinità, partecipa di queste prerogative divine e le realizza a secondo il proprio stato di vita. A noi Sorelle Povere di santa Chiara è concesso di viverle in verginità, povertà e obbedienza, in un contesto di vita claustrale, come vocazione e missione per la chiesa e per il mondo. Nel nascondimento del chiostro, infatti, il nostro cuore si apre allo Spirito, che ci rende capaci di porre gesti di comunione, creare relazioni, costruire fraternità evangeliche all’interno della nostra fraternità, costruttore di comunione e di relazioni. Il dono concesso è grande e …sorprendente! Ci aiuti, lo Spirito datore di vita, a collaborare alla sua opera creatrice; il suo soffio vitale continui a fecondare la nostra esistenza perché possa portare molto frutto.